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“Abbiamo voluto esprimere massima fiducia e solidarietà al Capo dello Stato in un momento particolarmente difficile per il Paese”, dichiara al Dubbio l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, rivendicando l’iniziativa del “sindacato” delle toghe che ha suscitato una discussione molto accesa all’interno dell’associazionismo giudiziario. “Non capisco sinceramente le polemiche di queste ore”, spiega Albamonte, “il presidente della Repubblica, oltre a rappresentare l’unità della Nazione, è il vertice del Consiglio superiore della magistratura: credo che ogni magistrato debba sentirsi vicino a Sergio Mattarella, peraltro, come si è visto, sempre più spesso oggetto di violenti e scomposti attacchi a mezzo dei social. La Presidenza della Repubblica va preservata e difesa a prescindere”, prosegue il pm della Capitale e gigura di primo piano di Area, la corrente progressista della magistratura.
Oltre al gruppo “di sinistra”, anche i centristi di Unicost hanno apertamente condiviso l’iniziativa della giunta Anm, presieduta in questo momento da un loro esponente, Francesco Minisci, di diramare mercoledì scorso un comunicato “pro Mattarella”. Di parere opposto le toghe moderate di Magistratura indipendente che, al pari di alcuni costituzionalisti, hanno pure evidenziato alcuni aspetti ritenuti non pienamente condivisibili nelle ultime decisioni del Capo dello Stato nella gestione di questa complicata fase politica. “Apprezzo la scelta dei colleghi di Mi all’interno della giunta Anm di prendere le distanze da questa iniziativa”, afferma Paolo Criscuoli, giudice al Tribunale di Palermo e candidato alle prossime ele- zioni di luglio per il rinnovo dei componenti togati del Csm, interpellato dal Dubbio per un commento. “Purtroppo da parte di alcuni gruppi associativi della magistratura, e mi riferisco in particolar modo ai colleghi di Area, c’è l’abitudine di voler dare all’Anm un improprio connotato politico. L’Anm è una associazione che rappresenta i magistrati e non deve essere a favore o contro nessuno”, prosegue Criscuoli. “Fermo restando il massimo rispetto per il presidente della Repubblica, ogni magistrato, quale cittadino, può autonomamente esprimere al riguardo valutazioni e manifestazioni di solidarietà o di contrarietà”. La decisione della giunta Anm ha suscitato reazioni contrastanti anche a livello locale. Il giudice Mauro Gallina, componente dell’Anm milanese in quota Mi, sottolinea che “quando si tratterà di esaminare nel distretto di Milano questo comunicato votato a Roma, anche noi esprimeremo il disaccordo”. “La magistratura – prosegue Gallina - deve tenersi distante dalla polemiche politiche di questi giorni. C’è il rischio di alimentare ancora di più confusione. E non penso quindi ci sia bisogno di prendere posizione a favore o contro nessuno, Parlamento o Presidenza della Repubblica che sia”.