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«Dobbiamo evitare la spettacolarizzazione e quindi il riacutizzarsi del trauma della mia assistita». Lo ha detto l’avvocata Giulia Bongiorno prima di entrare in aula, a Tempio Pausania, per la prima udienza del processo contro Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e i tre amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti una studentessa italo-norvegese. Il processo si terrà a porte chiuse, per disposizione del Presidente della Corte Mauro Contu che ha così accolto la richiesta avanzata ieri dall’avvocata Bongiorno, legale di parte civile della ragazza. Alla sua richiesta si sono associate anche le difese dei quattro imputati e il Procuratore Gregorio Capasso. Bongiorno spiega che il trauma subito dalla giovane «si acutizza ogni volta che si è verificata la rincorsa al colpo di scena e alla rivelazione di aspetti intimi della vicenda». Bongiorno si è detta dunque preoccupata per la possibilità che si allunghino i tempi processuali: «Parliamo di fatti accaduti nel 2019 e siamo nel 2022: vediamo che calendario si può organizzare» perché «il rischio è che si dilati la sofferenza della mia assistita». Parlando con i giornalisti davanti al palazzo di giustizia ha aggiunto: «Pensate che la psicologa mi ha chiesto di sentirla una sola volta per tutte le richieste e informazioni perché ogni mia chiamata è un trauma». «Abbiamo fissato un calendario fino alo 18 gennaio 2023 - spiega Bongiorno - considerate che la mia assistita dovrà continuare a vivere questa sua ferita fino a quella data e tutto questo comporterà il riaprirsi di sofferenze e dolori. Io auspico che ci sfaccia il processo in aula e non ci siano diffusioni, che io reputo molto gravi, non di notizie, ma parlo di dati e referti medici sulla mia assistita che sono stati pubblicati, anche di sue foto che permettono la sua identificazione».