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Carlo Renoldi lascia il Dap
Giornata di passaggi di testimone a via Arenula. Innanzitutto per il settore delle carceri: si è insediato ieri infatti il nuovo capo del Dap Giovanni Russo, con un decreto di “immissione in possesso” a cui ha fatto da contraltare l’affollata cerimonia di saluto riservata, nella sede dell’Amministrazione penitenziaria, al predecessore Carlo Renoldi. E nelle stesse ore ha preso possesso del nuovo incarico anche Gaetano Campo, che diventa capo del dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, vera e propria “struttura nevralgica” della Giustizia. Il giudice originario di Molfetta e in servizio da anni presso il Tribunale di Vicenza, subentra a un’altra magistrata, Barbara Fabbrini, che ha guidato il “Dog” nel corso dei mandati di ben tre diversi guardasigilli: prima con Orlando, poi con Bonafede e infine con Cartabia.
Anche il nuovo capo del Dap, Russo, proviene dalla magistratura: è stato finora pm della Dda di Napoli. Ieri, dopo la firma alla presenza del ministro Carlo Nordio e del capo di Gabinetto Alberto Rizzo, ha raggiunto il “quartier generale” di largo Daga in compagnia del sottosegretario Andrea Ostellari. E appunto, nell’ampia sala conferenze del dipartimento, il guardasigilli ha “reso l’onore delle armi” a Renoldi: «Questi passaggi di consegne fanno parte della fisiologia della democrazia, ciò non impedisce che vi sia una certa malinconia nel congedarci da una persona di alta eticità oltre che di professionalità come quella del presidente che oggi ci saluta». Come riferisce Gnewsonline, il quotidiano web del ministero, Nordio ha tenuto a segnalare, «alcuni passaggi con cui si è trovato in particolare sintonia con Renoldi», in particolare, ha detto il ministro, «il principio del garantismo a cui mi sono sempre ispirato». Renoldi, che rientra in Cassazione, ha augurato a propria volta al guardasigilli di «realizzare il disegno più volte espresso, e che condivido, di costruire un carcere che sappia coniugare umanità, riscatto delle persone detenute ed esigenze di sicurezza della comunità».