PHOTO
Mentre però non compareRistretti Orizzonti, una rivista – conosciuta soprattutto tra gli addetti ai lavori e giornalisti che si occupano di questi temi - fatta in carcere a Padova e che informa sulla giustizia e sull’esecuzione della pena. Il direttore dell’Ufficio detenuti e trattamenti del dap Roberto Piscitello, che ha redatto la circolare sottoscritta anche dal capo del Dipartimento Santi Consolo, spiega a Il Dubbio che non è stata una loro scelta, ma che si sono basati su una norma già preesistente e redatta dalle varie direzioni delle carceri che, a loro volta, le hanno tratte da una vecchia tabella ministeriale. «La tabella si basa sui giornali a tiratura nazionale che hanno un minimo di copie vendute», spiega Piscitello. Rimane però poco chiaro quale sia il criterio utilizzato e perché un giornale può essere acquistato dai detenuti in regime del 41 bis in base al numero di copie vendute, anche in considerazione del fatto che Avvenire è tra i quotidiani più diffusi.
Molto critica Rita Bernardini, l’esponente del Partito Radicale: «Il divieto in 41 bis di acquistare alcuni giornali o riviste come Ristretti Orizzonti si basa sul principio della sospensione della Costituzione. Non credo che sia una casualità che venga limitata la possibilità di acquistare giornali che portano avanti denunce del sistema penitenziario. Anche noi abbiamo avuto problemi a causa delle censure. Tutto quello che può interessargli direttamente, tipo la lotta del Partito Radicale anche per il superamento del 41 bis e la loro riabilitazione come prevede l’articolo 27 della Costituzione, difficilmente lo possono venire a sapere. D’altronde la posta viene sottoposta a censura».