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La Camera penale di Parma punta i riflettori sulla situazione critica che riveste il carcere di via Burla. «La notizia della sommossa dei detenuti denunciata dalla Polizia Penitenziaria all’interno della sezione di media sicurezza del carcere di Parma nella giornata di domenica 27 agosto – scrive il direttivo dalla Camera penale-, impone una rinnovata attenzione e riflessione sulle drammatiche condizioni di vita nel locale Istituto di pena, già denunciate nella relazione della visita dei delegati dell’osservatorio carcere dell’Ucpi unitamente ai delegati dei penalisti parmensi e al Garante per i detenuti del Comune di Parma». La Camera penale parmense denuncia che la situazione «risultava essersi aggravata già nel mese di luglio, quando si era verificato un nuovo suicidio nella struttura penitenziaria di Parma all’interno dell’area media sicurezza, della quale erano state già denunciate le condizioni di potenziale ed elevato rischio, stante il sovraffollamento, la carenza di personale e di figure di supporto quali gli educatori, nonché la preoccupante condizione di disagio nella popolazione detenuta, esasperata nei mesi estivi anche dalla naturale riduzione di personale per la fruizione delle ferie».
I penalisti si riferiscono al suicidio di Samuele Turco, accusato del duplice omicidio della compagna Gabriela Altamirano e di Luca Manici, ed è stato il secondo nello stesso carcere nel giro di tre mesi. Lo aveva fatto presente il garante delle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale del Comune di Parma Roberto Cavalieri, esprimendo in una nota una serie di «perplessità sulla gestione dei detenuti comuni». Tra i punti «maggiormente bisognosi di attenzione» il garante aveva segnalato il numero di detenuti che nel reparto della media sicurezza, «teatro dei due suicidi dell’anno», è cresciuto «senza sosta sino ad arrivare a 300 unità e, come già denunciato, il fenomeno ha costretto la collocazione dei detenuti anche nel reparto di isolamento senza che questi siano sottoposti ad alcun provvedimento disciplinare o di altra natura». Inoltre, sempre la Camera penale di Parma, condivide la preoccupazione manifestata dal Garante Cavalieri anche in vista della prossima apertura del nuovo reparto detentivo, in fase di ultimazione, del quale ad oggi non si conosce l’effettiva destinazione e, per concludere, auspica che l’operato delle Commissioni ministeriali volte alla attuazione dei decreti delegati alla riforma dell’ordinamento penitenziario possa individuare strumenti utili al contrasto delle attuali situazioni di emergenza.