L’avvocata Elisa Indriolo, giovane e stimata professionista, si trova al centro di un ciclone mediatico dopo aver assunto la difesa di un 63enne accusato di aver tentato di aggredire con l’acido muriatico la sua ex compagna, parrucchiera di Verbania. Il fatto, avvenuto lo scorso 28 dicembre, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, trasformando il caso in terreno fertile per una feroce campagna d’odio sui social media contro la legale.

L’aggressione

L’episodio di violenza ha avuto luogo all’interno del negozio della vittima, una parrucchiera di Verbania. L’uomo, un ex pizzaiolo di 63 anni, ha fatto irruzione nel locale con due bottiglie di acido muriatico, spingendo la donna in uno sgabuzzino e cercando di sfregiarla. Le grida disperate della vittima hanno attirato i clienti di un bar vicino, che sono intervenuti fermando l’aggressore prima che potesse completare il suo gesto. La donna, trasportata in ospedale, ha riportato lesioni con una prognosi di dieci giorni.

Secondo quanto emerso, l’uomo aveva già mostrato comportamenti ossessivi verso la sua ex compagna, con ripetuti tentativi di riconciliazione nonostante il rifiuto di lei. Questo tragico evento rappresenta un ennesimo esempio di violenza di genere che continua a destare allarme nella società e nelle istituzioni.

L’ondata d’odio contro l’avvocata Indriolo

Come avvocata d’ufficio, Elisa Indriolo è stata assegnata alla difesa dell’uomo arrestato. Questa sua funzione, garantita dalla legge, è bastata a scatenare contro di lei una valanga di insulti sui social media. Commenti intrisi di odio sessista e intimidazioni hanno inondato i suoi profili: “Spero che ti accada lo stesso”; “Vergogna, difendi un mostro”, e altri messaggi denigratori sono stati rivolti contro la giovane professionista.

Gli attacchi ricevuti non solo mettono in discussione la sua professionalità, ma sollevano anche gravi interrogativi sulla percezione della funzionale dell’avvocato nella giustizia. La difesa legale, un diritto costituzionalmente garantito, non implica approvazione né complicità con le azioni dell’assistito. È un compito necessario per garantire l’equità del processo e il rispetto dello stato di diritto. Questi principi sono stati ribaditi anche dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) in un comunicato ufficiale.

La solidarietà dell’AIGA

A fronte di questa ingiustificata violenza verbale, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) ha espresso piena solidarietà all’avvocata Indriolo. Il presidente nazionale, Carlo Foglieni, ha dichiarato: «L’avvocato è un soggetto necessario affinché sopravviva lo stato di diritto. La difesa è un diritto inviolabile sancito dall’articolo 24 della Costituzione e deve essere garantito indipendentemente dal reato contestato». Foglieni ha inoltre sottolineato come sia pericoloso e inaccettabile confondere il ruolo del difensore con le azioni dell’assistito.

L’AIGA ha ribadito la necessità di combattere l’assimilazione tra avvocato e assistito, un fenomeno che rischia di compromettere il sistema democratico e il diritto alla difesa. L’associazione ha sottolineato che attaccare un avvocato per il suo ruolo significa colpire uno dei fondamenti della giustizia e della democrazia. La sua presa di posizione è stata accompagnata da un invito a promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sull’importanza del diritto alla difesa.

Il supporto della Camera Penale di Verbania Anche la Camera Penale di Verbania, presieduta dall’avvocato Gabriele Pipicelli, ha espresso piena solidarietà alla collega Elisa Indriolo. In un comunicato ufficiale, la Camera Penale ha ribadito l’importanza costituzionale del diritto alla difesa e ha sottolineato come le critiche rivolte a chi difende persone accusate di reati, per quanto gravi, rappresentino un grave attacco a un diritto fondamentale. Il comunicato richiama alla memoria il sacrificio dell’avvocato Fulvio Croce, ucciso negli anni Settanta per aver scelto di non sottrarsi al suo dovere di difensore. La Camera Penale ha inoltre evidenziato che casi come questo rappresentano un banco di prova per l’intera comunità legale, chiamata a sostenere con fermezza i principi che regolano il nostro sistema giudiziario.