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Un'altra ondata di arresti di massa contro gli avvocati per i diritti umani e le loro attività legittime e professionali si è verificata oggi di prima mattina, a Diyarbakir, in Turchia. L'elenco dei mandati di arresto comprende 101 persone in totale, inclusi avvocati per i diritti umani molto noti, rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani e così via. Il numero degli avvocati arrestati non è ancora certo, ma per ora almeno 20 professionisti sono finiti agli arresti, tra i quali Bünyamin Seker, co-presidente dell'Öhd/Lawyers Association for Freedom. La polizia, nell'ambito dell'indagine contro il Congresso della società democratica (DTK) condotta dall'ufficio del procuratore capo di Diyarbakır. ha fatto irruzione nelle case degli avvocati e dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile e sono stati confiscati computer, libri e molti materiali digitali. Secondo l'accusa, i detenuti avrebbero "fondato organizzazioni a favore di un'organizzazione illegale". https://www.youtube.com/watch?v=r82G3a4o1Wo&fbclid=IwAR15ZxpRZ3WBWdbTTQ3TrFJeYz0I1XyYNvrm9DXYpCFhin4KLuzmWhOhf4g «L'Ordine degli avvocati di Diyarbakir non si è arreso e non si inchina - si legge in una nota dei legali turchi -. La riforma giudiziaria è iniziata con l'arresto di avvocati e rappresentanti di organizzazioni non governative. Alle 4:30 di questa mattina, nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Diyarbakir, con l'affermazione che "i loro nomi sono stati trovati nei documenti fisici e digitali ottenuti nelle ricerche effettuate nell'edificio del Congresso della Società Democratica in date diverse". Per molto tempo sono state fatte repressioni sistematiche, minacce e osservazioni nei confronti della struttura istituzionale dell'Ordine degli avvocati di Diyarbakir, dei suoi membri e dipendenti nel campo della società civile. Ci hanno dimostrato ancora una volta che con i raid effettuati questa mattina si voleva soffocare la voce dell'Ordine degli avvocati di Diyarbakir e che la società civile è stata direttamente ostacolata. Stiamo attraversando i giorni in cui la legge viene calpestata e la magistratura cerca di reprimere gli avvocati agendo su ordini e istruzioni dell'autorità di governo. Ribadiamo la nostra opinione che l'unico modo per vivere in pace e tranquillità è convertirsi alla democrazia. Chiediamo la fine di questa operazione non legale, che elimina la libertà personale e la sicurezza e la sicurezza legale, e l'immediato rilascio dei nostri colleghi e di altri rappresentanti di Ong arrestati». Dall'Italia arriva la solidarietà dei Giuristi democratici, che condannano con fermezza l'accaduto. «Si tratta dell’ennesimo uso politico della legislazione antiterrorismo, in violazione del diritto di difesa, non essendo avvenute tali perquisizioni in presenza del Pubblico Ministero e del Presidente dell’Ordine degli avvocati, come previsto dalla legge. Richiamiamo le autorità turche al rispetto degli obblighi internazionali e chiediamo un immediato interessamento delle autorità italiane, europee, del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite per verificare le condizioni degli arrestati e favorire la loro immediata liberazione.