Totti-Ilary, il matrimonialista Gassani: «Gli avvocati fanno miracoli, ma certe volte è complicato...»
L'avvocato Gian Ettore Gassani: «Dobbiamo imparare a separarci e a divorziare con stile. Quando le parti sono rappresentate da specialisti, l’accordo è molto più facile da raggiungere»
Gian Ettore Gassani è uno dei più famosi avvocati matrimonialisti italiani. Nel suo studio legale tante coppie famose hanno concluso il loro comune percorso di vita. Autore del libro “La guerra dei Rossi”, Gassani racconta anche le storie di chi, dopo essersi giurato “amore eterno”, ha cambiato idea. Una situazione che adesso riguarda pure Francesco Totti e Ilary Blasi. La loro separazione, con le dichiarazioni dell’ex campione della Roma al Corriere della Sera, sta facendo ancora più rumore. Disegna scenari che con tutta probabilità si realizzeranno negli studi legali e, forse, in tribunale.
Avvocato Gassani, la rottura della ex coppia Totti-Blasi rispecchia uno dei casi della “Guerra dei Rossi”?
Certo. Purtroppo, quando ci sono determinate dichiarazioni ed interviene la stampa è inevitabile che inizi una “guerra”, che si verifichi una contesa, con la reazione della controparte. Un eventuale accordo, in un contesto del genere, diventa molto più difficile.
L’intervista di Totti al Corriere della Sera è stata una trovata pubblicitaria o l’inizio di una strategia difensiva?
Non saprei rispondere con certezza a questa domanda. Io, per esempio, sono lontano mille miglia da queste vicende mediatiche. Le separazioni e i divorzi, per quanto riguarda i miei clienti, anche quando sono pezzi da novanta, e ne difendo tanti, sono molto lontane dai mass media. Soprattutto, quando ci sono di mezzo dei bambini e quando si sta raggiungendo un accordo. Nel caso specifico, non so se si tratti di una strategia, mi auguro di no, o di una iniziativa di Totti non concordata con gli avvocati.
Ilary Blasi ha risposto con ironia alla lunga intervista rilasciata da Totti. È anche questa una mossa suggerita da qualcuno? Blasi pensa già ai prossimi appuntamenti in tribunale?
Potrebbe essere così, ma potrebbe anche trattarsi di uno sfogo improvviso, estemporaneo, non studiato a tavolino per strategie pubblicitarie o processuali. Non sappiamo chi ha coordinato questa intervista. Non condivido le profanazioni di nessuno quando si è in procinto di separarsi, perché i panni sporchi si lavano in famiglia ed una serie di questioni si affrontano negli studi legali e non sui giornali.
Nelle separazioni a pagare il prezzo più alto sono i figli…
È proprio così. Questo vale per tutti, ma soprattutto i figli dei personaggi pubblici hanno una vita molto condizionata. Vivono molte volte in una cappa di vetro, sono super-protetti, non conducono sempre una vita serena. Nel momento in cui si verificano certe situazioni difficili tutto si ripercuote sulle loro esistenze.
Quando si parla di coppie famose, qualcuno pensa che ci sia una regia da parte degli avvocati nel gestire anche mediaticamente la fine di un comune percorso di vita. Cosa ne pensa?
Io credo che nella stragrande maggioranza dei casi gli avvocati riescano a fare miracoli anche in separazioni difficili. Gli avvocati, il riferimento è principalmente agli specialisti, sanno come trovare gli accordi. Non vorrei che nella vicenda tra Francesco Totti e Ilari Blasi la categoria nel suo complesso possa essere invisa a tutti, perché magari dietro certe situazioni si vede sempre lo zampino dell’avvocato. Nella maggioranza dei casi, lo dicono le statistiche, si arriva alle consensuali. Nel 70% dei casi, quindi, grazie agli avvocati, le separazioni diventano degli accordi. Con questo voglio dire che, se gli avvocati giocassero sulla lungaggine e sul conflitto, le separazioni raggiungerebbero percentuali ben più basse e arriveremmo al dieci percento.
La neutralizzazione delle situazioni conflittuali è dunque la strada migliore da seguire? Gli avvocati delle parti, in base alla sua esperienza, propendono per questa soluzione?
Nella maggior parte dei casi, parlo ovviamente della mia lunga esperienza, avviene questo. C’è qualche collega, che, forse, non essendo esperto in materia, crede di trattare una separazione o un divorzio come una causa di condominio. Quando ci confrontiamo con colleghi che non sono ferrati in materia e non sanno dove ti può portare una causa, diventa molto più difficile lavorare. Nel momento in cui le parti sono rappresentate da specialisti, l’accordo è molto più facile da raggiungere. Direi che è l’approdo naturale.
Nel caso di una ex coppia come quella Totti-Blasi quale potrebbe essere un buon accordo per tutti?
Come succede in tanti paesi d’Europa, dobbiamo imparare a separarci e a divorziare con stile. La civiltà dei rapporti deve essere la base su cui poi fondare un accordo tra le parti. L’accordo deve prevedere, innanzitutto, che nessuno resti in difficoltà né economica né affettiva. È importante che ci sia un contributo adeguato al mantenimento dei figli, che ci sia l’assegnazione della casa a chi gestisce i figli. Ma, soprattutto, è importante che si mantengano l’educazione e il rispetto, perché, tutto sommato, anche se il matrimonio finisce, un tempo ci si è sposati, sono stati messi al mondo i figli e si è investito nella coppia tutto quello che si aveva in una certa fase della propria vita. Mai buttare tutti i capitoli della propria vita nel cestino. In questo dobbiamo imparare molto dagli anglosassoni, che riescono sempre a trovare un accordo, a volersi bene anche quando l’amore finisce e a rispettarsi. Si finisce di essere coniugi, ma non si finisce di essere genitori e occorre condividere tutto ciò che è nell’interesse dei figli.
Totti e Blasi manterranno buoni rapporti? Diventeranno buoni amici, dopo la fine del loro matrimonio?
Alla luce degli ultimi fatti non credo. Spero che possano entrambi sotterrare l’ascia di guerra e riprendere un canale di comunicazione.