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Riscoprire l’importanza della comunicazione e, soprattutto, appassionare i giovani in modo nuovo al senso e all’essenza del diritto e della legalità. Sono gli obiettivi del torneo “Dire e Contraddire”, oggetto del Protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale forense e il ministero dell’Istruzione, giunto alla sua quarta edizione e vinto quest’anno dalla squadra del liceo classico “Annibal Caro” di Fermo.
Il torneo ha visto quest’anno la partecipazione di ben 32 Consigli degli Ordini forensi, che hanno a loro volta coinvolto altrettante scuole secondarie di secondo grado. L’organizzazione ha fatto capo alla consigliera Cnf Federica Santinon, coordinatrice della commissione Progetti educazione alla legalità di via del Governo Vecchio, e la formula del torneo ha previsto più gironi di qualificazione a livello territoriale e semifinali a livello di macroaree (Nord, Centro e Sud Italia). A disputarsi ieri la finalissima presso la sede del Cnf sono stati, oltre al liceo classico “Annibal Caro” di Fermo, il liceo classico “Delfico-Montauti” di Teramo e il liceo delle scienze umane “Vittorino da Feltre” di Taranto.
Gli avvocati degli Ordini forensi e i tutor scolastici hanno accompagnato in questi mesi i ragazzi nell’apprendere le tecniche di retorica e le regole della disputa per una corretta argomentazione. Ogni squadra aveva indicato una frase estrapolata da un argomento relativo a una tematica a scelta tra uno dei tre nuclei concettuali costituenti i pilastri della legge sull’insegnamento dell’educazione civica: Costituzione, Diritto (nazionale e internazionale), Legalità e Solidarietà; Sviluppo sostenibile, Educazione ambientale, Conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio; Cittadinanza digitale.
La frase sorteggiata per la sfida finale quest’anno è stata di Stephen Hawking: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”. Nella disputa ai ragazzi era assegnato, mediante sorteggio, il ruolo di argomentare o controargomentare, non facendo differenza se ciò che dovessero argomentare o controargomentare fosse giusto o sbagliato.
Come è stato ricordato dagli organizzatori, in questo momento storico in cui la comunicazione sembra avvenire non attraverso il confronto costruttivo e l’ascolto, ma attraverso forme di aggressione e di demolizione del pensiero altrui, e di fronte a un dilagante pensiero sempre più anestetizzato e indifferente, il proposito del torneo è quello di aiutare i giovani a gestire i conflitti, secondo l’etica del dibattito costruttivo, della responsabilità e del rispetto.
È attraverso la pratica dell’ascolto e del confronto, con la consapevolezza del valore salvifico del dubbio, che ciascun giovane può essere protagonista attivo di quel processo di crescita prodromico all’esercizio della cittadinanza responsabile. Nella disputa non conta soltanto ciò che si dice ma anche il modo come lo si dice.
Naturalmente, “Dire e Contraddire” è anche competizione. E riflette dunque anche lo spirito della gara, i suoi tratti tipici, come la capacità di fare squadra, la necessità che le leadership siano in grado di «trascinare i compagni». A ricordarlo è stata proprio la consigliera Santinon, che nell’introdurre il torneo è partita dall’immortale passo della Divina commedia in cui Ulisse così si rivolge ai suoi uomini: “Considerate la vostra semenza/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”. «Ecco, io vi saluto con questa piccola orazione dalla potenza straordinaria, che vi sottolinea l’importanza della parola: quello che i miei colleghi vi hanno dovuto trasmettere», ha detto la coordinatrice della commissione Educazione alla legalità del Cnf in riferimento agli avvocati che, nei Coa di tutta Italia, hanno “allenato” i ragazzi, «è il rispetto della parola, dei vostri avversari, e vi auguro di avere sempre con voi quell’energia che ha avuto Ulisse nel trascinare i propri compagni e andare oltre».
A premiare i ragazzi quest’anno è stata un giuria di altissimo livello, composta dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, dalla prima presidente della Cassazione Margherita Cassano e dal presidente del Cnf Francesco Greco. «Tutte le squadre in gara erano davvero preparatissime», ha sottolineato il ministro Valditara, che da professore di Diritto romano non si è potuto esimere dal dire che i ragazzi «hanno le basi per essere dei validi avvocati».
«Complimenti a tutti, è stata una bellissima esperienza ascoltare le ragioni di cittadini consapevoli della dignità di ogni persona», ha dichiarato la prima presidente Cassano. «Lo spirito della democrazia – ha aggiunto – non è vivere per sé ma per gli altri. Un plauso agli insegnanti, capaci di far comprendere i valori della razionalità e della logica», ha quindi concluso la presidente della Suprema corte, augurando a tutti di poter «realizzare i propri sogni senza compromessi al ribasso».
«Questo torneo rappresenta non solo una competizione di elevato valore tecnico e retorico, ma anche un momento di straordinaria crescita personale e formativa per tutti gli studenti coinvolti e anche per gli avvocati che li hanno seguiti in questi mesi», ha commentato il numero uno di via del Governo Vecchio, Greco. «È stata un’iniziativa che esprime perfettamente i valori fondamentali dell’avvocatura: la difesa appassionata dei diritti, la capacità di argomentare con rigore e rispetto», ha aggiunto il presidente del Cnf, ringraziando i finalisti che con il loro impegno e talento hanno saputo distinguersi. «A tutti voi, auguro che questa esperienza possa arricchire il vostro percorso scolastico e formativo, e vi incoraggio a continuare a coltivare la passione per il diritto e per il dibattito, e a diventare magari gli avvocati del futuro!».
Il Cnf continuerà a sostenere iniziative come questa – nata da un’idea degli avvocati tarantini Angela Mazzia (che continua ad essere responsabile del Comitato scientifico di “Dire e Contraddire”) e Vincenzo Di Maggio –, nella convinzione che confronto e dialogo siano strumenti indispensabili per la crescita personale dei giovani e per il rafforzamento della civiltà del Paese.