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Magistratura sotto scacco. Avvocatura in pericolo. Processi farsa, costruiti ad arte per nascondere la verità, anziché accertarla, in quei paesi dove la democrazia è ancora un miraggio. Di tutto questo si è parlato ieri nel webinar organizzato dalla commissione Diritti umani e Protezione Internazionale del Consiglio nazionale forense, con il patrocinio della Scuola Superiore dell’Avvocatura, su “Il ruolo degli Osservatori internazionali ai processi. La violazione dei diritti fondamentali in Turchia e Bielorussia”.
Come ha spiegato il consigliere nazionale Leonardo Arnau, moderatore dell’evento, la Commissione di cui è coordinatore è stata istituita dieci anni fa per promuovere la difesa dei diritti umani a livello internazionale e ha come obiettivo la tutela dei difensori in ogni parte del mondo, soprattutto in quegli «Stati di democrazia non compiuta - sottolinea Arnau – e in quelle realtà in cui il virus autoritario oltrepassa i confini, anche se non ce lo aspetteremmo». In questo caso i fari si sono accesi sulla Turchia e sulla Bielorussia - a cui sarà dedicata nel 2025 la Giornata internazionale degli avvocati in pericolo, che ricorre il 24 gennaio - con le testimonianze di Nahit Eren e Neset Girasun, presidente e componente dell’Ordine degli Avvocati di Diyarbakir, e l’avvocata Maria Kolesava- Hudzilina della Belarusian Association of Human Rights Lawyers, attualmente sotto processo in contumacia per aver semplicemente fatto il proprio lavoro.
Per quanto riguarda Ankara, a mettere in luce la macchina della repressione che pilota anche la giustizia sono stati gli osservatori internazionali di alcuni dei principali processi che hanno coinvolto l’avvocatura turca. Tra cui quello ai tre poliziotti accusati dell’omicidio del Presidente del dell’Ordine di Dyarbakir, Tahir Elci, assassinato il 28 novembre 2015. Un processo conclusosi lo scorso 12 giugno con l’assoluzione (annunciata) di tutti gli imputati, nel «deserto di prove» di cui è stata impedita la raccolta in ogni modo.
Un caso emblematico del ruolo degli osservatori internazionali, come ha spiegato l’avvocato Ezio Menzione. Che insieme all’avvocata Barbara Porta della commissione Diritti umani ha preso parte a molte delle udienze in Turchia e ha ricostruito tutte le tappe della vicenda nel corso del convegno. Al panel hanno preso parte anche Antonio Fraticelli, dell’Ordine degli avvocati di Bologna, e Benedetta Perego del Foro di Torino. Hanno chiuso i lavori gli avvocati Barbara Spinelli e Roberto Giovene di Girasole, coautori del volume del Cnf “La difesa dei diritti umani – Manuale per osservatori internazionali dei processi”.