La tecnologia, soprattutto nella fase post pandemica, è una preziosa alleata anche degli avvocati. La presidente del Coa di Venezia, Federica Santinon, è fortemente convinta di questo. Non a caso l’Ordine veneziano ha deciso di fare negli ultimi anni importanti investimenti per agevolare il lavoro dei propri iscritti. «Il Consiglio – dice al Dubbio l’avvocata Santinon - ha fatto la sua parte in merito alla digitalizzazione. Siamo stati, infatti, i primi ad adottare il libretto digitale per la pratica forense e andiamo molto fieri del programma digitale per le domande di patrocinio a spese dello Stato. In tre anni sono state gestite ben 12mila domande e anche le domande di opinamento avvengono in modalità telematica. Di recente sono stati fatti pure interventi di digitalizzazione per quanto riguarda la formazione permanente e obbligatoria sia per gli avvocati che per chi frequenta la Scuola forense» .

Dal Coa di Venezia emergono altri dati interessanti. Come accennato, le istanze, presentate dai richiedenti asilo al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Venezia, per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato sono state 12mila negli ultimi tre anni. «Stiamo parlando - commenta la presidente Santinon - di undici pratiche al giorno, compresi i festivi. Questi numeri si riferiscono ai richiedenti asilo che non hanno la possibilità di pagare il legale di fiducia nel ricorso contro il rigetto della richiesta di protezione. Si tratta di una attività posta a difesa dei soggetti più fragili, che, purtroppo, registra fortissimi e sempre più gravi ritardi nei pagamenti. La liquidazione degli onorari relativi a questa tipologia di controversie compete all’autorità giudiziaria e i riscontri che ne conseguono possono richiedere oltre tre anni di tempo dalla fine della causa, che sarà già durata almeno altri tre anni nei quali ogni costo di gestione è stato sostenuto dal solo avvocato».

Santinon evidenzia che «quella dei richiedenti asilo è la parte sicuramente preponderante delle istanze di patrocinio a spese dello Stato». «Ad esse – aggiunge - si affiancano le domande rientranti nel campo del diritto di famiglia, come separazioni, divorzi o relative alla determinazione dell’ammontare dell’assegno di mantenimento. Dal nostro osservatorio tocchiamo con mano la crisi sociale ed economica. Spesso, dopo il divorzio, non ci sono beni da dividere tra i coniugi, ma solo mutui e finanziamenti da onorare. L’Ordine veneziano evade tutte le istanze grazie al lavoro di quattro consiglieri: Alberto Vigani, Arianna Berton, Lorenzo Magrini e Maela Coccato. E, comunque, quella dei ritardi nella liquidazione degli onorari è una situazione inaccettabile».

Secondo la presidente del Coa di Venezia, siamo di fronte ad un fenomeno inarrestabile. Il riferimento è al numero crescente di persone che per ottenere giustizia deve essere sostenuto dallo Stato. «Purtroppo – rileva Santinon -, se da un lato si garantisce il principio del sacrosanto diritto alla difesa, dall’altro lo si svuota di contenuto nelle sue implicazioni pratiche, lasciando gli avvocati soli nel sostenere e garantire, per tanta parte a proprio carico, l’accesso alla giustizia previsto dall’articolo 24 della Carta Costituzionale. Siamo diventati l’ultimo baluardo dei diritti dei più deboli, perché il sistema non funziona più».

Ad oggi sono 2104 gli iscritti all’Ordine di Venezia (1058 avvocati e 1046 avvocate), mentre i praticanti sono 286 (128 donne e 128 uomini). «Sicuramente – afferma Federica Santinon - svolgere la nostra professione è diventato più difficile. La mancanza di risorse adeguate negli uffici giudiziari non consente di ottenere risposte o soluzioni in tempi rapidi per i nostri assistiti».

Una riflessione approfondita la presidente del Coa di Venezia la riserva agli investimenti e alle riforme connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Sono convinta – sostiene - che sortiranno effetti positivi per l’avvocatura e, quindi, per i cittadini. Le linee di intervento si articolano sul capitale umano. Spero che finalmente siano potenziati e consolidati gli organici degli uffici giudiziari anche mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per gli amministrativi, che si sono già svolti, e che si svolgano al più presto i concorsi per i nuovi magistrati ordinari, visto che stiamo andando incontro a carenze di organico assai preoccupanti».

«Molto importante è l’intervento sull’aspetto della digitalizzazione del processo sia civile che penale. Mi auguro che vengano razionalizzati i vari riti telematici e che si crei una piattaforma unica, più performante e semplice con accessi garantiti e che non si verifichino i ripetuti blocchi dei sistemi. Il processo civile telematico andrebbe esteso quanto prima al Giudice di Pace per poter depositare agevolmente gli atti e velocizzare le richieste di decreti ingiuntivi e le formule telematiche. Sarebbe importante in particolare per la sede di Venezia, divisa in diverse sedi attualmente a grande distanza tra loro, che la recente piattaforma Siamm dialogasse al meglio con i sistemi che gestiscono il Pct e che le istanze di liquidazione dei difensori siano adeguatamente tracciate sin dal deposito, in modo da rendere possibile un costante monitoraggio dei tempi di lavorazione sia da parte del Giudice che da parte dei funzionari addetti al pagamento».

Sul tema dell’edilizia giudiziaria Santinon dice di essere “molto orgogliosa”. «Il nostro Ordine – conclude - ha lavorato con convinzione e ha raggiunto un importante traguardo. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Venezia avrà finalmente sede all’interno della Cittadella della Giustizia. Ringrazio il presidente della Corte di Appello, Carlo Citterio, e il presidente del Tribunale, Salvatore Laganà, per il grande aiuto e il massimo rispetto dimostrato nei confronti del Foro di Venezia, accogliendo le nostre istanze».