Con l’approvazione dei ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia, si è concluso l’iter della riforma della previdenza forense. Promossa dal Comitato dei delegati di Cassa forense e adottata il 23 maggio 2024, entrerà in vigore il 1° gennaio 2025. Obiettivo: garantire una sostenibilità trentennale alla previdenza degli avvocati, assai più estesa rispetto ai due anni dell’Inps.
L’avvocato Giancarlo Renzetti, consigliere di Cassa forense, ci ha fornito alcuni chiarimenti sulla solidità a lungo termine dell’istituto. Che nel 2023 ha registrato un avanzo record di 1.495 milioni di euro, il più alto di sempre.
Passaggio al sistema contributivo. Una delle novità principali è l’introduzione del sistema contributivo “pro rata”. Gli avvocati iscritti vedranno applicato un sistema misto: il retributivo sarà valido fino al 31 dicembre 2024, successivamente sarà utilizzato il contributivo. I nuovi iscritti dal 2025 vedranno l’intera pensione calcolata con il contributivo.


Nuovi requisiti per la pensione

Restano invariati i requisiti per chi ha diritti maturati con il sistema misto. Per i nuovi iscritti, la pensione sarà ottenibile a 70 anni con almeno cinque anni di contributi, oppure a 65 anni con 35 anni di contributi e un importo minimo garantito.


Riduzione dei contributi minimi

Dal 2025, i contributi minimi saranno ridotti: il contributo soggettivo sarà di 2.750 euro e quello integrativo di 350 euro. I giovani avvocati sotto i 35 anni potranno versare metà dei contributi nei primi sei anni di attività, mantenendo comunque l’intero anno contributivo. Un incentivo per trattenere i giovani nella professione, a fronte dei segnali di “fuga”. Le aliquote contributive aumenteranno gradualmente, dal 16% nel 2025 al 18% nel 2027. Per i pensionati che continueranno a lavorare, l’aliquota sarà del 12%, con la reintroduzione dei supplementi triennali per incrementare la pensione.


Adeguamenti e agevolazioni

Il contributo minimo e le pensioni minime sono stati rivisti per garantire sostenibilità. Il trattamento minimo sarà ridotto a 10.250 euro entro il 2029, con rivalutazioni dal 2030. Tra le novità, l’incremento del contributo modulare volontario: i professionisti potranno versare fino al 20% del reddito netto per migliorare la pensione. Il tetto di deducibilità fiscale salirà a circa 26mila euro, al fine di costruire una pensione integrativa senza costi aggiuntivi.


Flessibilità nei pagamenti

I debiti superiori a 10.000 euro potranno essere rateizzati fino a sei anni, con la possibilità di una seconda rateizzazione per chi ha già in corso una regolarizzazione. Le sanzioni per la regolarizzazione spontanea saranno ridotte del 60%, e gli aumenti Istat delle sanzioni, in vigore dal 2019, saranno eliminati, riducendole di un ulteriore 10%.
Pensionamento anticipato. La riforma mantiene invariati i requisiti per il pensionamento anticipato: gli avvocati potranno continuare a ritirarsi a 65 anni, in anticipo rispetto al sistema pubblico che prevede la pensione a 67 anni.