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Il tesoriere di Ocf Vaccaro si è dimesso prima ancora della mozione di sfiducia
La battaglia per l’aggiornamento dei parametri forensi approda in Parlamento. L’appello lanciato nelle scorse settimane da Movimento forense è stato raccolto dal senatore Alberto Balboni. Il parlamentare ha depositato in commissione Giustizia del Senato un’interrogazione a risposta scritta alla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Il documento vuole fare luce sul ritardo di oltre un anno in materia di aggiornamento dei compensi per i difensori. Situazione già denunciata nelle scorse settimane sul nostro giornale da Antonino La Lumia, presidente di Mf. Siamo tornati sull’argomento e ne abbiamo parlato con il vice di La Lumia, Alberto Vigani. Sull’aggiornamento dei parametri forensi si gioca un’altra partita importante per l’avvocatura. «Le tabelle ministeriali – dice al Dubbio Vigani – sono pubblicate con decreto del ministero di Giustizia che deve essere aggiornato ogni due anni. Le tabelle odierne riportano ancora gli stessi valori del 2014 e sono il riferimento per la determinazione dei compensi degli avvocati, in particolar modo per la liquidazione delle spese di causa e per la quantificazione dei compensi in regime di patrocinio a spese dello Stato». Movimento forense definisce inaccettabile la situazione di stallo venutasi a creare. L’iniziativa del senatore Balboni è un primo, significativo passo. «Dopo questo intervento – evidenzia il vicepresidente di Mf – si attende ora la risposta della ministra. Peraltro, qualche giorno fa, il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ha precisato che il Cnf dovrà predisporre una proposta in merito per questo ultimo biennio. I fatti dicono che le spese di giustizia sono rilevanti perché servono a garantire la rifusione dei costi almeno per la metà dei contenziosi. La questione dell’aggiornamento dei parametri serve a garantire migliori liquidazioni per la difesa in regime di patrocinio a spese dello Stato, in attuazione dell’articolo 24 della Costituzione che garantisce l’accesso alla difesa anche ai non abbienti». Questo tipo di assistenza processuale, secondo i vertici di Movimento forense, vede già ridurre i compensi del 50 per cento nel civile e del 30 per cento nel penale, sfavorendo gli avvocati che sono disponibili a essere inclusi negli elenchi speciali. Solo adeguando in aumento i valori tabellari di riferimento si può dare sostegno a quegli avvocati che consentono una giustizia accessibile a tutti. Comprese le persone e le associazioni no profit, che, altrimenti, non avrebbero i mezzi reddituali per munirsi di una idonea assistenza processuale. Movimento forense considera quella sui parametri una battaglia che non ammette più rinvii. «Allo stato attuale», fa notare ancora Vigani, «dopo sette anni, sono ancora in vigore gli irrisori valori previsti per il contenzioso avanti il giudice di pace del 2014 e si perpetua la discriminazione tra i valori liquidati per i giudizi del medesimo valore. Negli anni passati era stata pure stata disattesa la richiesta di riallineare, in sede penale, tutti i parametri nella misura pari almeno al 20 per cento di quelli attuali». L’interessamento in commissione Giustizia al Senato fa ben sperare e traccia una rotta precisa, a detta del numero due di Movimento forense: «È giunto il momento di intervenire e adeguare le soglie dei parametri all’incremento dei costi che hanno subito tutte le professioni: non si può pensare che il peso di maggiori oneri e incombenze intervenuti in questi anni per tutti, basti pensare all’impatto della digitalizzazione della giustizia, resti a carico degli avvocati senza alcuna compensazione». Occorre, quindi, agire con metodo e celerità, senza però dimenticare altre questioni sul tavolo dei vertici dell’avvocatura e di via Arenula. «Il precedente decreto ministeriale – conclude Alberto Vigani – non aveva accolto tutte le proposte del Cnf e quindi anche oggi resta valido quanto rilevato dall’avvocatura già nel febbraio 2017. In particolare, finora, non vi è stato l’accorpamento dei parametri previsti nei giudizi avanti il giudice di pace e il tribunale per le medesime fasce di valore, da unificarsi in quella che avrebbe dovuto essere la nuova fase di primo grado, anche in relazione alle recenti modifiche della competenza del giudice di pace ampliata per materia e valore. L’avvocatura assolve un compito essenziale, garantendo il funzionamento del servizio giustizia, e merita di vedersi considerata fra le priorità».