PHOTO
Assistere i fragili: una missione dell’avvocatura. Fitta però di ostacoli e segnata, soprattutto, dai vuoti nella legislazione. È il quadro esposto ieri in una conferenza stampa a Palazzo Madama dall’Associazione nazionale forense, che sul ruolo degli avvocati nella tutela alle persone con fragilità ha messo in programma un percorso di formazione mirato, da metà aprile fino ai primi di giugno.
«Pensiamo all’immigrazione: se è strutturato il percorso per i richiedenti asilo, oggi molti di noi si trovano davanti a richieste di assistenza da parte dei migranti climatici. Non ci sono strumenti definiti per sostenerne le istanze, ma certo l’avvocato non può voltare le spalle». A spiegarlo è Giampaolo Di Marco, che dell’Anf è segretario generale e che nella conferenza stampa di ieri è stato affiancato dalla senatrice Pd Sandra Zampa, promotrice della legge 47 del 2017 sui minori stranieri non accompagnati. Naturalmente l’orizzonte a cui guarda l’Associazione guidata da Di Marco non si esaurisce nella categoria dei migranti.
Proprio Zampa evoca ad esempio «il caso degli anziani e delle incredibili traversie con cui, in epoca covid, ci si è dovuti misurare: io stessa, da sottosegretaria, ho tentato di ripristinare l’incontro con i familiari nelle Rsa, per scontrarmi col potere di veto che il vuoto normativo lascia ai direttori delle strutture». E ancora, «andrebbero ricordati gli imprenditori in difficoltà, le donne vittime di maltrattamenti, i consumatori», segnala l’avvocata Annalisa Atti, coinvolta nel progetto dell’Anf. Ma certo l’immigrazione è un’urgenza drammaticamente attuale, e per questo domani Di Marco ha in programma una seconda presentazione nella più simbolica delle sedi: Lampedusa. Seguiranno, dal 14 aprile al 1° giugno, otto eventi formativi da remoto in cui, spiega il segretario dell’Associazione forense, «vogliamo venire incontro ai colleghi spiazzati da regole inadeguate o inesistenti, chiamati magari come amministratori di sostegno a seguire anziani, minori, disabili, incapaci, ma privi persino della possibilità di accedere a un compenso, e il più delle volte disarmati di fronte alle necessità dell’assistito. È un mondo che da un lato dovrebbe essere ricco di opportunità professionali, dall’altro si trasforma spesso in un labirinto senza uscita».
Zampa è partecipe dell’iniziativa anche come figura istituzionale che intende rilanciare il percorso culminato nella legge sui minori stranieri non accompagnati: «Va ripreso l’iter del ddl sugli anziani non autosufficienti: certo non l’unica fascia che, con la pandemia, si è trovata più esposta e bisognosa di assistenza, innanzitutto giuridica».
L’avvocata Atti ricorda che alcune delle otto lezioni incroceranno esigenze di tutela tutte interne all’avvocatura, «dalla monocommittenza al welfare del professionista diversamente abile». In generale, insiste Di Marco, «una missione pubblica non può tradursi in una sorta di paradossale trappola per il professionista: che, ad esempio, non può così facilmente sottrarsi a un incarico da amministratore di sostegno e che nello stesso tempo deve preservare fragilità che neppure la legge presidia».