Un codice di comportamento per le udienze civili è fondamentale, specialmente quando sono coinvolte famiglie e minori. Questo è quanto ha stabilito il Tribunale di Milano, che ha recentemente deciso di istituzionalizzare una serie di regole di base, una sorta di “galateo d’udienza”, per magistrati e avvocati. Anche se molte di queste norme sono già previste dal codice di procedura civile – per esempio all’articolo 128, che conferisce al giudice il potere di mantenere ordine e decoro in aula – la presidente della nona sezione Anna Cattaneo, insieme alla consigliera dell’Ordine degli avvocati di Milano Giulia Sapi – che è anche coordinatrice della commissione Persona, famiglia e minori dello stesso Coa –, ha elaborato un protocollo condiviso per chiarire, appunto, le regole fondamentali di comportamento.

Le nuove direttive stabiliscono innanzitutto che la puntualità è imprescindibile: chi partecipa a un’udienza deve arrivare in orario. È richiesto, inoltre, di esibire un abbigliamento adeguato e decoroso, e di tenere i cellulari spenti o almeno con la suoneria disattivata. Queste norme sono da considerarsi, nelle intenzioni di Tribunale e Ordine forense, valide per tutte le cause e non solo per quelle della sezione Famiglia e minori.

Ancora, si ricorda che la preparazione sui fatti e sulle questioni di diritto del caso in discussione è essenziale non solo per gli avvocati ma anche per i magistrati, includendo la conoscenza delle posizioni delle parti, dei documenti presentati e degli adempimenti necessari.

Durante lo svolgimento delle udienze è fondamentale utilizzare il tempo assegnato in modo efficiente ed efficace. Gli avvocati hanno facoltà di discutere in piedi e nessuno deve interrompere o sovrapporsi alle esposizioni degli avvocati o delle parti. È vietato fare segni di approvazione o disapprovazione, così come usare espressioni offensive o provocatorie. L’obiettivo è garantire che le esposizioni siano chiare, concise e comprensibili, evitando toni che possano aumentare il conflitto.

Il protocollo richiama, come accennato, disposizioni già presenti nel codice di procedura civile. L’articolo 127 attribuisce al giudice il compito di dirigere l’udienza in modo ordinato e produttivo, mentre l’articolo 128 gli consente appunto di esercitare poteri di polizia per mantenere disciplina e decoro in aula. Il giudice può allontanare chiunque non rispetti queste regole per assicurare un ambiente rispettoso e ordinato.

Queste norme, pur sembrando ovvie per chi frequenta abitualmente le aule di tribunale, sono state ribadite per garantire che il comportamento in aula sia sempre rispettoso e professionale. La necessità di tali regole diventa ancora più evidente nei casi che coinvolgono famiglie e minori, in cui la forma è importante quanto la sostanza per mantenere un clima di rispetto e serietà.