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«Italia da sei mesi senza giustizia»: il messaggio dei giovani avvocati dell'Aiga, questa mattina in piazza Montecitorio, è chiaro. La giustizia è ferma ed è per questo che l'Associazione italiana giovani avvocati ha deciso di chiamare alle proprie responsabilità il governo, chiedendo tempi certi. «Noi siamo in piazza per chiedere una ripartenza vera della giustizia - ha sottolineato Antonio De Angelis, presidente di Aiga -. Questo blocco ha ricadute drammatiche, perché anzitutto impone un senso di sfiducia nei confronti della giustizia, che già esisteva prima dell'emergenza e che non potrà che peggiorare, poi c'è un problema di arretrato serissimo che sarà difficile smaltire prima di due o tre anni. Non si può assistere al rinvio dell'85% delle cause anche fino al 2022, chiediamo un'azione forte del governo e alle forze politiche perché la giustizia riparta. Se la Giustizia è bloccata è bloccato il Paese. Dobbiamo tornare subito a svolgere il nostro lavoro in tribunale». Al loro fianco, in piazza, anche Jacopo Morrone, deputato della Lega. «Solidarietà all’Associazione italiana giovani avvocati, che oggi ha manifestato a Roma per protestare contro la mancanza di ascolto da parte del Governo Conte e, in particolare, del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Diversi i temi sul tavolo. In primo luogo, il blocco ancora in essere dei tribunali e dell’attività della "giustizia", nonostante l’avvio della cosiddetta "fase 2". Una situazione di stallo che sta fortemente danneggiando gli avvocati, in particolare quelli più giovani. In secondo luogo, il trattamento riservato dal Governo ai giovani liberi professionisti, alcuni dei quali hanno ricevuto il bonus di 600 euro e null’altro, ma molti altri addirittura nulla perché al primo anno di attività professionale. C’è poi la questione della correzione degli scritti per l’abilitazione rimandata a data da destinarsi, come pure non è stato predisposto alcun calendario per gli orali della sessione 2019-2020, che non si sa neppure in quale forma saranno svolti. Buio totale, infine, per la sessione 2020-2021 - ha sottolineato -. Evidente la mancata comprensione del problema da parte del Governo che si dimostra ancora una volta a una distanza siderale dalla realtà quotidiana degli italiani».