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Ahmed Souab
L'Ordine degli Avvocati tunisini ha chiesto l'immediato rilascio di Ahmed Souab, arrestato lunedì, e di tutti gli altri avvocati, giornalisti e professionisti dei media attualmente detenuti per aver «espresso le proprie opinioni». La richiesta è stata formulata con un'istanza ufficiale che sollecita il pieno rispetto della presunzione di innocenza, dei diritti costituzionali e delle convenzioni internazionali.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata martedì, il Consiglio dell'Ordine ha auspicato che prevalgano «la ragione e gli interessi superiori della nazione», promuovendo «una cultura del dialogo» e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Inoltre, l'Ordine ha espresso una ferma condanna per quelle che considera «violazioni procedurali» nel processo che coinvolge l'accusa di «complotto contro la sicurezza interna ed esterna dello Stato». Secondo l'Ordine, queste violazioni contravvengono ai principi di un giusto processo, garantiti tanto dal diritto nazionale quanto dalle convenzioni internazionali.
L'arresto di Souab, avvenuto per esecuzione di un mandato emesso dal giudice istruttore antiterrorismo, si inserisce in un'indagine legata a presunti reati di terrorismo. L'episodio che ha scatenato l'arresto è un video diffuso il 19 aprile 2025, in cui Souab, noto per le sue critiche al governo, avrebbe pronunciato frasi minacciose, accompagnandole con un gesto simbolico. La Procura ha immediatamente aperto un'inchiesta per accuse gravi, tra cui la «minaccia di atti terroristici», la «messa in pericolo di una persona protetta» e l'uso di espressioni minacciose.
In Tunisia di recente sono stati condannate circa 40 persone accusate di «cospirazione contro la sicurezza dello Stato» e «terrorismo». Tra i condannati figurano figure di spicco dell'opposizione, avvocati e uomini d'affari, accusati di voler sovvertire l'ordine democratico e di compiere atti di violenza. Le autorità giudiziarie tunisine, pur ribadendo che l'azione è stata intrapresa «in piena conformità con le procedure legali previste per la professione forense», continuano a fronteggiare le critiche sul rispetto dei diritti fondamentali e del giusto processo.