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Il presidente del Coa di Palermo Giovanni Immordino (al centro dell'immagine) che giovedì ha firmato la delibera di solidarietà nei confronti dei magistrati onorari
Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo ha espresso con una delibera, approvata giovedì sera, «la più profonda solidarietà» nei confronti dei giudici onorari e dei viceprocuratori onorari, che sono in lotta per il riconoscimento dei propri diritti e che all’inizio del mese prossimo, causa il coronavirus, non terranno più udienze.
L’organismo presieduto da Giovanni Immordino ha preso atto della decisione, che è stata adottata dai magistrati non togati «in attesa che il ministro Bonafede riceva una delegazione di rappresentanti della categoria», che intende esporre al guardasigilli le «gravissime problematiche, che si sono da ultimo acuite stante il perdurare della crisi dovuta all’emergenza da covid- 19».
Il Consiglio dell’Ordine forense palermitano ricorda nella delibera come giudici onorari e viceprocuratori onorari abbiano già da tempo denunciato di essere privi di qualsiasi tutela giuslavoristica «e di fatto esposti massimamente al rischio di ammalarsi in questo particolare periodo, con un carico in permanente crescita, anche per via dei ritardi dovuti alla fase pandemica».
Inoltre alcuni magistrati onorari «hanno persino annunciato lo sciopero della fame». La nota conclude rilevando come «la funzione esercitata dai Got e dai Vpo nell’amministrazione della giustizia sia di fondamentale importanza» e chiede che sia scongiurato «il pericolo di sospensione dell’attività giudiziaria» da loro esercitata.
Il pericolo si somma ai rischi a cui resta esposta la magistratura onoraria: nella giustizia di pace non sono possibili le udienze e i depositi telematici ampiamente in uso nella giustizia civile ordinaria e ora estesi, dal Dl Ristori, a quella penale. Solo giudici e viceprocuratori onorari sono condannati, con l’avvocatura, a udienze sempre e in ogni caso in presenza, in uffici spesso inadeguati. E per giunta, senza le tutele né ovviamente la retribuzione riservata alla magistratura professionale.