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Giovanni Malinconico, coordinatore di Ocf
Una delle maggiori problematiche emerse a seguito della emanazione dei provvedimenti che hanno imposto limitazioni agli spostamenti delle persone riguarda quelli dei genitori per prelevare e riportare i figli collocati presso l’altro genitore. Sul punto è intervenuto anche il ministero dell’Interno offrendo chiarimenti ai cittadini e indicazioni alle autorità preposte ai controlli, specificando che tali spostamenti devono ritenersi consentiti. «Tuttavia il problema è stato nuovamente riproposto dopo l’emanazione del d.l. 18/20 - avverte in una nota l’ Ocf, l’Organismo congressuale forense, organo di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana - che, secondo alcune interpretazioni, avrebbe ulteriormente ristretto il regime degli spostamenti consentiti». «Al momento non ci risulta che il Ministero dell’Interno sia intervenuto con nuove note di chiarimenti - spiega Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’ Ocf - mentre continuano ad arrivarci segnalazioni di criticità che a nostro giudizio rendono necessario un definitivo intervento chiarificatore». Fra le situazioni più a rischio «tutte quelle situazioni familiari nelle quali sono presenti figli minori di genitori che non risultino formalmente separati o i quali non abbiano ancora regolamentato davanti all’autorità giudiziaria le modalità di affidamento e visita dei figli. Analoga situazione spesso si verifica anche quando i genitori, dopo l’emanazione dei provvedimenti giudiziali, abbiano modificato consensualmente il regime previsto dall’autorità giudiziaria in ragione delle rispettive esigenze, senza però far modificare i provvedimenti già decisi di fronte al giudice». Essendo compito dell’avvocatura segnalare criticità e offrire soluzioni che consentano di giungere ad accordi tra le parti, si segnala la necessità di un intervento sulla questione, consentendo ai genitori non separati di formalizzare tale accordo anche con una semplice scrittura privata e di inserire tale ulteriore modalità nei modelli di autocertificazione forniti dalla pubblica amministrazione. «Sarebbe necessario potenziare lo strumento della negoziazione assistita - conclude Malinconico - quanto meno per diminuire ulteriormente il carico giudiziario e la conseguente necessità di comparizione delle parti e dei loro difensori in udienza, essenziale in questo momento per evitare il rischio di contagio». Tutto questo peraltro capita in un momento in cui le prassi seguite dai diversi Uffici Giudiziari, non risultano affatto uniformi, dovendosi osservare - ad esempio - che taluni Tribunali continuano a trattare gli affari «familiari» ed altri provvedono invece al rinvio in blocco di tali tipi di procedimenti. «Una giungla amministrativa nella quale il Ministero dovrebbe intervenire al più presto».