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Giovanni Ferrando, presidente del Coa di Imperia
Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Imperia, Giovanni Ferrando, parte, nel presentare la realtà lavorativa che lo vede protagonista, da un tema di strettissima attualità: la svolta digitale nella professione forense. «Negli ultimi anni – dice al Dubbio l’avvocato Ferrando - è cambiato il modo di svolgere la professione. Siamo andati verso una “telematizzazione” dell’avvocato e il giurista ha dovuto imparare a destreggiarsi con la tecnologia, si pensi alla firma digitale, alla pec, al Pct. Spesso, però, tali innovazioni sono state anche un costo aggiuntivo soprattutto per i giovani iscritti all’Ordine».
Una premessa quella del presidente del Coa di Imperia che porta dritto al cuore della discussione. «Esercitare – evidenzia - la professione di avvocato, comunque, non è mai stato facile, come osservò già nel lontano 1935 Calamandrei, sia dal punto di vista dello stress e delle ansie sia per le preoccupazioni che i clienti ci trasferiscono “convinti di aver riconquistato il diritto di dormire tranquilli, dal momento che hanno trovato chi si è assunto l'obbligo professionale di passare le sue notti agitate per conto loro”».
Il Coa di Imperia conta 539 iscritti (254 avvocate e 285 avvocati). A questi si aggiungono 138 praticanti (117 semplici e 21 abilitati). Situazioni allarmistiche, sollevate in altri Fori, rispetto all’abbandono della professione, non vengono registrate nella città della Riviera di Ponente. «Qui da noi - spiega Ferrando - alcuni iscritti hanno vinto concorsi in pubbliche amministrazioni o in società partecipate dallo Stato o da enti locali, ma a oggi i numeri non sono così importanti per poter affermare che vi sia una “fuga” dalla nostra professione. Alcuni giovani hanno però optato a malincuore per una maggiore sicurezza economica e assistenziale che, purtroppo, attualmente la professione di avvocato non è in grado di dare. Ciò avviene soprattutto nei primi anni di iscrizione, quando le spese arrivano a superare gli scarsi guadagni».
«In questi anni c’è stata una forte emorragia di iscritti soprattutto nei grandi Fori, mentre in quello imperiese i numeri sono rimasti praticamente invariati. Infatti, dal 1 gennaio 2020 ad oggi abbiamo avuto 34 cancellazioni e 26 nuove iscrizioni. È indubbio, però, che rispetto alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, primi anni Duemila, vi sono sempre meno giovani che si affacciano alla professione forense».
Gli avvocati guardano con attenzione e speranza gli investimenti legati al Pnrr nella giustizia. Un approccio che non si trasforma in facili entusiasmi e che porta a evidenziare una esigenza da Nord a Sud: incrementare le risorse umane nei Tribunali. «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza per il ministero della Giustizia – commenta il presidente del Coa di Imperia - aveva individuato tre linee di intervento e cioè il capitale umano, la digitalizzazione e l’edilizia giudiziaria.
Purtroppo, ad oggi questi progetti che potevano dare una boccata d’ossigeno alla giustizia sono rimasti al palo. Un esempio su tutti è l’Ufficio per il Processo con il quale si doveva investire nel capitale umano per rafforzare la struttura organizzativa e superare le disparità tra gli uffici giudiziari, migliorarne la performance sia in primo che in secondo grado e accompagnare, completandolo, il processo di transizione digitale del sistema giudiziario.
Nonostante la partenza di questo progetto abbia immesso forze fresche e qualificate tra le fila della macchina giudiziaria, non ha risolto l’annosa carenza di personale nelle cancellerie dei Tribunali. Ad oggi, infatti, i numeri degli addetti all’Upp sono molto al di sotto delle aspettative. Ad esempio, nel Tribunale di Imperia a fronte di venticinque funzionari attesi ne sono presenti solamente otto».
Il nuovo anno, secondo l’avvocato Ferrando, deve aprirsi con un rinnovato entusiasmo, tenendo conto delle richieste precise che provengono dalle toghe, ogni giorno impegnati a difendere i diritti sanciti dalla Costituzione. «Gli iscritti al nostro Ordine – conclude il presidente del Coa di Imperia - non hanno particolari difficoltà che caratterizzino espressamente la realtà imperiese. L’attività quotidiana negli uffici giudiziari potrebbe essere migliorata da una maggiore presenza di risorse umane. I concorsi banditi e in via di organizzazione potrebbero essere sicuramente d’aiuto. Il Tribunale di Imperia vanta un discreto organico di Giudici, mentre sarebbe necessario l’incremento di personale amministrativo».
«Tale situazione appare ancor maggiormente significativa a seguito del ritiro dall’attività lavorativa di alcuni operatori giudiziari di lungo corso ed esperienza. La speranza e l’auspicio del nostro Coa è quella che i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza possano riguardare non solo le realtà maggiori, ma anche gli uffici di piccole e medie dimensioni».