La rivisitazione della geografia della giustizia tributaria preoccupa il Consiglio nazionale forense. L’avvocatura istituzionale ha espresso in una delibera «ferma contrarietà alla revisione dell’attuale distribuzione delle Corti di giustizia tributaria che non contempli il pieno rispetto del diritto di accesso alla giustizia da parte dei cittadini contribuenti».

L’iniziativa del Cnf, presieduto da Francesco Greco, si riferisce alla norma contenuta nella Legge Delega n. 111/2023 sulla riforma fiscale e sulla revisione della distribuzione territoriale delle Corti di Giustizia Tributaria. Gli interventi futuri sarebbero fatti con la scure e con poca chiarezza, come evidenza il Consiglio nazionale forense. È previsto infatti l’accorpamento delle Corti di giustizia tributaria di primo grado con conseguente passaggio dalle attuali 103 sedi a 39 e la soppressione di tutte le sezioni distaccate delle sedi operanti in secondo grado.

L’allarme lanciato dal Cnf deriva da alcune notizie diffuse nei giorni scorsi, secondo le quali il ministero dell’Economia e delle Finanze ha in programma di procedere ad un radicale riassetto territoriale delle Corti di giustizia tributaria con drastici tagli sul numero delle sedi. Le conseguenze negative si verificherebbero, prima di tutto, sul lavoro degli avvocati, dato che si ridefinirebbe l’assetto territoriale delle corti di giustizia tributaria di primo grado e delle sezioni staccate delle corti di giustizia tributaria di secondo grado anche mediante accorpamenti delle sedi esistenti, tenuto conto dell’estensione del territorio, dei carichi di lavoro e degli indici di sopravvenienza, del numero degli abitanti della circoscrizione, degli enti impositori e della riscossione. In una situazione del genere i disagi sarebbero innumerevoli anche per i cittadini.

L’avvocatura esprime disappunto per le modalità con le quali si vorrebbe attuare la rivisitazione della geografia della giustizia tributaria. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, non ha richiesto al Consiglio nazionale forense alcun parere in merito alle ipotesi di accorpamento, né ha trasmesso il progetto di ridefinizione dell’assetto territoriale della giustizia tributaria. Tra i rischi vi è pure la compressione di alcuni diritti costituzionalmente garantiti.

«La ridefinizione territoriale delle sedi delle Corti di giustizia tributaria – si legge nella delibera del Cnf - deve rispondere ai criteri di cui all’articolo 19, lettera l) della Legge Delega n. 111/2023 e quindi non solo dell’interesse degli uffici finanziari, ma deve avere quale finalità essenziale quella di garantire ai cittadini contribuenti l’accesso alla giustizia tributaria nel pieno rispetto dei principi costituzionali, ed in particolare dell’articolo 5 che impone l’attuazione del più ampio decentramento amministrativo, dell’articolo 24 che impone al legislatore di favorire l’accesso al sistema giustizia e dell’articolo 111 che afferma che ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo e imparziale». Il Cnf richiama altresì «l’essenziale principio della European Commission for the efficiency of justice, secondo il quale il diritto di ciascuno di agire in giudizio per la tutela delle proprie posizioni giuridiche soggettive è assicurato anche attraverso la predisposizione di un adeguato sistema di accesso alla giustizia».

L’iter per la revisione dell’attuale distribuzione delle Corti di giustizia tributaria è avvolto da poca chiarezza, come si evidenzia da via Del Governo Vecchio. Per questo vengono presentante precise richieste. A partire dall’invito rivolto al ministro dell’Economia e delle Finanze «a rendere noti i criteri assunti per l’elaborazione del progetto di ridefinizione dell’assetto territoriale delle Corti di giustizia tributaria di primo grado e secondo grado, nonché i dati relativi all’estensione del territorio, dei carichi di lavoro e degli indici di sopravvenienza, del numero degli abitanti della circoscrizione, degli enti impositori e della riscossione, utilizzati per tale elaborazione». Inoltre, il Consiglio nazionale forense chiede la «convocazione di tutte le parti del processo tributario, per dare effettiva comunicazione del progetto e della proposta di ridefinizione territoriale della Corti di giustizia tributaria».

Le preoccupazioni del Cnf sono condivise dalla presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Carolina Lussana, secondo la quale «ogni Corte di giustizia è un presidio di legalità». «Il loro futuro – aggiunge – in termini di soppressione o permanenza non può non interessare i professionisti operanti in un determinato territorio, per cui ritengo debbano avere voce in capitolo ed essere coinvolti in merito ad ogni percorso di revisione. Non dimentichiamo che l’attuale geografia giudiziaria è basata su una pianta organica che risale a circa vent’anni fa ed è stata pensata per un contesto completamente diverso con numeri di flussi di ricorsi e di giudici non più attuali».