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Gli interventi dei presidenti degli Ordini si sono aperti con quello del presidente Alessandro Vaccaro, accolto da un lungo applauso, che ha portato i saluti di Genova, ricordando la tragedia del ponte Morandi. Vaccaro ha auspicato l’unità dell’avvocatura, «approviamo mozioni che diventino quelle dell’avvocatura unita, come si è dimostrata nei confronti della politica grazie al concerto di Ocf e Cnf».Un applauso ha accolto anche il presidente di Bari, Giovanni Stefanì: «Come Genova, anche noi chiediamo che la ricostruzione del nostro tribunale sia rapida, fatta con poteri straordinari, perché la giustizia penale torni a funzionare come deve». Il presidente ha stigmatizzato l’appunto polemico del ministro Alfonso Bonafede, rivendicando la scelta di astensione degli avvocati dopo il suo decreto legge. Francesco Favi, presidente di Siracusa, ha auspicato un «dialogo sereno e senza preconcetti con il Ministro Bonafede, cogliendo la sua predisposizione positiva nei confronti dell’avvocatura». A seguire, il presidente dell’Ordine di Trento, Andrea de Bertolini, ha rilanciato l’importanza dell’identità della professione: «Programmiamo la politica forense del futuro. L’avvocatura è fulcro della fisiologica interazione tra poteri dello Stato, per questo rivendicare l’avvocato in Costituzione è fondamentale».Mauro Vaglio, presidente ordine di Roma, ha ricordato l’importanza di «prestare attenzione al disagio dell’avvocatura di questi anni, a partire dal tema della fiscalità». Ha poi sottolineato i risultati di Cnf e Ocf, «per l’equo compenso in particolare. La sfida è di non perdere il contatto con la realtà, pensando che bastino i Social». Il presidente di Palermo, Francesco Greco,ha invece chiesto di affrontare di più il tema della rappresentanza: «Questo è ilcongresso degli avvocati ma non si parla di avvocati, dei giovani che si cancellano o si sospendono perchè non riescono a pagare Cassa Forense. Come rappresentanza dobbiamo fare uno sforzo, altrimenti abbiamo fallito tutti». Maurizio Bianco, presidente di Napoli, ha ricordato lo scomparso Maurizio De Tilla, «che dell’avvocato in Costituzione ha fatto una battaglia di vita». Ha poi chiesto che, vista la tendenza alla degiurisdizionalizzazione, l’avvocatura «non rimanga chiusa nel processo ma occupi gli spazi nuovi». La presidente di Lecce, Roberta Altavilla, ha auspicato che «si possa continuare a portare alto e unito il senso dell’avvocatura, non delegittimiamoci tra noi». Ha poi aggiunto che «gli Ordini devono continuare ad essere rappresentativi, perchè sono il punto di incontro tra idee alte come l’avvocato in Costituzione e la base». Sulla stessa linea il presidente di Foggia, Stefano Foglia: «Noi siamo in trincea, ma siamo sempre più ingessati a causa delle incompatiblità. Non possiamo farci governare dal principio del sospetto». Gennaro Torrese,presidente di Torre Annunziata, ha lamentato come «gli ordini siano sempre più caricati di oneri burocratici, dobbiamo riflettere su questo e intervenire». Remo Danovi, presidente di Milano, ha illustrato l’iniziativa del suo Ordine di portare nel capoluogo lombardo il tribunale dei Brevetti, una battaglia pienamente sostenuta dal Cnf. «Dobbiamo essere sostitutivi della politica quando essa manca. Abbiamo le prerogative per regolare la nostra categoria senza attendere regolamenti ministeriali, come sulle specializzazioni. Dobbiamo averne il coraggio». Piero Longhi, presidente di Alessandria e Claudio Streri, presidente di Cuneo, hanno aggiunto come sia necessario ritrovare l’orgoglio della professione, «perchè gli avvocati sono partigiani dei diritti, sull’esempio di Fulvio Croce». Luca Ferri, delegato dall’Ordine di Forlì Cesena, ha chiesto maggiore attenzione «per i collaboratori e per i giovani. Gli studi non trovano più praticanti, stiamo perdendo le giovani generazioni».Michela Malerba, presidente di Torino, ha rivendicato «nei fatti il ruolo sociale dell’avvocato, speriamo ora di formalizzarlo. Dobbiamo fare i conti con una società che cambia: anche noi dobbiamo cambiare, altrimenti subiremo i cambiamenti». Polemico, invece, il presidente di Firenze, Sergio Paparo.«Non mi è piaciuto il titolo del Dubbio: sul tema della costituzionalizzazione bisognava evidenziare come sia stato il Congresso, nella sua interezza, ad ottenere l’apertura del ministro Bonafede». Ha poi sottolineato come la categoria debba necessariamente lavorare «sulla sua identità». UNIONI La presidente di Rimini, Giovanna Ollà, che rappresenta anche l’Unione Emilia, ha riportato l’attenzione sul linguaggio dell’odio e sottolineato il valore del progetto di Alternanza scuola- lavoro, «che è una grande manifestazione del ruolo sociale dell’avvocatura nelle scuole». Ermanno Baldassarre, presidente dell’Ordine di Bergamo e dell’Unione dei Fori Lombardi, ha ricordato come sia importante «che gli avvocati governino i cambiamenti, a partire dalla società di professionisti e dall’avvocato monocommittente, per arginare l’ottica mercatista». Patrizia Corona, presidente dell’Unione Triveneta, ha sottolineato come «gli avvocati sono gli unici che ancora parlano di solidarietà e difendono chi non ha diritti: in particolar modo qui a Catania, teatro dello sbarco dei migranti». Ha poi spiegato la mozione sulla monocommittenza: «Smettiamola con l’ipocrisia e prendiamoci la responsabilità di dare diritti ai tanti colleghi che lavorano nei nostri studi, per cui non vale alcun equo compenso. E’ una questione etica e di dignità professionale». Da ultimo, il coordinatore dell’Unione Lazio, Giovanni Malinconico ha denunciato la necessità di governare i cambiamenti della società e della professione: «Bene che questo congresso metta al centro temi politici, perchè così si legittima l’avvocatura tutta, anche grazie alla costituzionalizzazione. Impariamo da questo: dobbiamo avere maggiore capacità predittiva del futuro, per non venir sovverchiati dai cambiamenti» .