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«Una riforma radicale dell’esame di abilitazione alla professione forense è ormai un’esigenza ineludibile». È quello che chiede la senatrice di Forza Italia Sandra Lonardo, che ha raccolto l’appello dell’Associazione italiana praticanti avvocati presentato un emendamento al Decreto Scuola - attualmente in discussione al Senato -, «affinché possano essere abilitati all'esercizio della professione forense tutti i candidati che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza, concluso il periodo di tirocinio con il rilascio del relativo certificato di compiuta pratica e che hanno superato la prova scritta sostenuta nella sessione 2018, restando ora in attesa di svolgere la prova orale, nonché tutti i candidati che hanno sostenuto gli scritti nell'anno 2019». Una “toppa” per dare risposte agli aspiranti futuri avvocati rimasti fuori dal provvedimento annunciato dal ministro dell’Università Gaetano Manfredi, che ha garantito gli esami di Stato di abilitazione per l'accesso alla professione in un'unica prova orale a distanza per una platea di categorie - dall’agronomo all’ingegnere - escludendo, però, la professione forense. Da qui la lettera dell’Aipavv al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al quale i giovani hanno denunciato quella che, di fatto, è una discriminazione. L’emendamento presentato da Lonardo prevede, limitatamente alla sessione 2020, l’abilitazione di tutti i praticanti avvocato che al 30 novembre 2020 hanno ultimato la pratica e che l'abbiano iniziata nei 24 mesi precedenti. A questo se ne associano altri due, uno presentato dalla Lega - Ostellari, Pillon, Emanuele Pellegrini, Stefani, Urraro, Pittoni - e uno presentato sempre da Forza Italia - Modena, Caliendo, Dal Mas, Cangini, Moles - che chiedono, invece, lo svolgimento in modalità telematica della correzione degli elaborati scritti, sotto la vigilanza del ministero della Giustizia. «Oggi più che mai, è assolutamente necessario invertire la rotta, modificando una procedura barocca, inefficiente ed inefficace - ha sottolineato Lonardo -. ecco perché ho presentato, insieme alla collega di Forza Italia, la senatrice Gabriella Giammanco, una proposta di legge che va in questa direzione, per superare un metodo che non garantisce un accesso alla professione dei giovani giuristi al mondo del lavoro, né meritocratico, né rapido. E faccio un appello affinché possa essere discusso in Aula quanto prima».si. mu.