Nel discorso pronunciato a Roma per il 150° anniversario dell’Ordine Forense, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha posto l'accento sul ruolo centrale degli avvocati nella giurisdizione e nel sistema democratico italiano. Con parole di grande impatto, ha ribadito l'importanza di una visione più ampia e inclusiva della giurisdizione.

«L’avvocatura è fondamentale nella cultura della giurisdizione», ha dichiarato Nordio. «Questa espressione, troppo spesso usata in modo limitativo, deve essere interpretata in senso allargato e dialettico. Avvocati, pubblici ministeri e giudici devono avere uguale dignità e importanza per garantire un sistema giuridico davvero equo».

Il ministro ha espresso il proprio rammarico per una promessa non mantenuta, quella di inserire la figura dell’avvocato in Costituzione nell’ambito della riforma della separazione delle carriere. «Purtroppo, questo è il mio rammarico: nel progetto costituzionale non siamo riusciti a inserire l'avvocato come io, forse incautamente, avevo promesso. La ritengo una mancanza grave, ma mi impegno a porvi rimedio».

Nordio ha inoltre dedicato un pensiero all’avvocato vittima di minacce in seguito alla difesa di Filippo Turetta nel processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. «Un pensiero importante va all'avvocato che in questi giorni ha subito aggressioni e minacce proprio nella terra in cui ho esercitato per 40 anni come magistrato. Questo episodio ci ricorda quanto sia fondamentale tutelare chi ogni giorno opera per la difesa dei diritti».

Il ministro ha concluso il suo intervento ribadendo l’impegno del governo per migliorare il sistema giuridico. «La nostra interlocuzione con l’avvocatura è ininterrotta e continua. Non sarà solo teorica, ma porterà risultati pratici anche in termini di efficienza. Una riforma è necessaria non solo per il sistema giuridico, ma per la giustizia sociale e democratica del nostro Paese».