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“Piccolo il mio, grande il nostro”, scrisse Giovanni Pascoli. I numeri contenuti di iscritti ai Coa più piccoli garantiscono un contatto diretto con presidenti e consiglieri. I Fori di provincia continuano a garantire dappertutto, aree interne comprese, la presenza e la rappresentanza degli avvocati. Chi meglio di loro, che lavorano in periferia, possono conoscere ancora meglio istanze e problemi dell’avvocatura? Gli stimoli a non mollare, a dispetto del periodo, aumentano ed è confortante in alcuni casi assistere alla crescita del numero dei praticanti. È quanto accade nell’Ordine degli avvocati di Pistoia. «Quest’anno – commenta Cecilia Turco, presidente del Coa - nel preparare la relazione per l'assemblea per l'approvazione del bilancio sono rimasta sorpresa da un dato che, sinceramente, non mi aspettavo. Mi riferisco all'aumento del numero dei praticanti. Per un giovane la professione è ancora interessante ed ambita, nonostante la crisi, che ancor prima della pandemia la caratterizzava». Gli avvocati del Foro di Pistoia . «Un dato importante – rileva l’avvocata Turco - è la presenza costante e sempre in crescita dell’avvocatura femminile. Le colleghe sono 432 e il loro attaccamento alla professione è evidente. Lo constato tutti i giorni attraverso l'impegno nelle associazioni professionali, la partecipazione ad eventi formativi, ad incontri promossi dall'Ordine e dalla Fondazione per la formazione forense, che opera già da molti anni qui a Pistoia. In un piccolo Foro come il nostro l'Ordine è molto vicino ai propri iscritti. Cerca di coglierne le giuste e più diffuse esigenze. Nel 2020, in piena pandemia, insieme alla riduzione delle quote abbiamo attivato una serie di convenzioni con le società di servizi per l'organizzazione dello studio professionale, che abbiamo raccolto nel cosiddetto “pacchetto giovani”». A proposito di formazione professionale e a riprova della vitalità del Coa pistoiese la presidente Turco è molto orgogliosa di un’iniziativa avviata da poco. «Nel nostro Ordine – dice - è partita la sperimentazione del progetto sulla mediazione finalizzato alla riduzione del contenzioso civile e commerciale e al miglioramento del servizio giustizia in collaborazione con l'Università di Firenze. Presto la nostra Fondazione forense parteciperà al progetto “Pistoia: città della Giustizia consensuale”, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze». La vitalità ed il dinamismo dell’Ordine di Pistoia trovano riscontro pure nell’evento annuale “Immaginati avvocati”, organizzato dal 2017. «Questa iniziativa – spiega Turco – è nata dalla presa d’atto della non sufficiente considerazione che l'avvocatura ha nella società. Abbiamo deciso di invitare ogni persona ad immaginarsi avvocato, portando a Pistoia nomi ed esperienze illustri e significative che raccontassero quanto la nostra professione sia indispensabile per l'affermazione dei diritti umani e dei diritti civili. Quest'anno, approfittando del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, abbiamo pensato di dedicare “Immaginati avvocato”, in programma il prossimo 17 settembre nella nostra città, al tema degli esili di ieri e di oggi, all'esilio delle idee e ai luoghi di esilio e di sofferenza». In controtendenza rispetto ad altri Coa, il numero di chi si è cancellato dall’albo a Pistoia «si conta sulle dita della mano». Molti avvocati di questo Foro hanno voluto affinare la loro professionalità. «Non c'è stata – fa notare Cecilia Turco - la corsa all'impiego pubblico anche se il numero è in crescita, compreso quello degli iscritti alle graduatorie per l'insegnamento. Piuttosto, molti colleghi si dedicano ai ruoli complementari previsti dalla legge. Per esempio amministratori di sostegno, quasi un terzo degli iscritti, e mediatori. Questo non è da intendere per forza come un dato negativo, se, nell'esercizio di tali funzioni, è riconosciuta la peculiare professionalità dell'avvocato». Un pensiero la presidente Turco lo rivolge a chi da poco indossa la toga o si appresta a farlo: «Lavoriamo molto sui giovani e vigiliamo con puntualità sulla pratica forense. Pretendiamo che sia seria e rigorosa. Crediamo inoltre molto sulla formazione. Su questo aspetto siamo facilitati dalle piccole dimensioni del nostro Foro e dagli ottimi rapporti con il mondo accademico fiorentino. Personalmente sono convinta che la professione possa avere un futuro solo se, forte del proprio radicamento nel tessuto culturale e democratico del Paese, sia capace di innovazione quanto a strumenti tecnici. Senza però tralasciare l’approfondimento e lo studio sui temi del presente e del futuro. Sono questi due elementi che continueranno a fare la differenza nella nostra professione. I giovani devono investire nello studio e nella preparazione sui temi attuali, come, ad esempio, diritto europeo, immigrazione, informatizzazione, privacy e comunicazione». Specializzazioni e formazione sono, secondo Turco, un binomio molto forte che potrebbe essere ulteriormente valorizzato con gli investimenti derivanti dal Pnrr. «La pandemia – sottolinea la presidente del Coa di Pistoia - ci ha costretto ad accelerare i tempi della modernizzazione del Paese sulle infrastrutture digitali e dobbiamo essere pronti. Le condizioni in cui versa la giustizia non hanno in alcun modo facilitato il nostro compito. Talvolta hanno scoraggiato molti di noi, costretti a tempi esasperanti per il disbrigo delle incombenze presso le cancellerie e le segreterie, ai tempi processuali infiniti e defatiganti, ad inutili appesantimenti burocratici, a scarsa considerazione da parte della magistratura. Abbiamo seguito e stiamo seguendo per questo motivo con molto interesse il dibattito sui fondi del Pnrr. Più che le riforme processuali solo uno straordinario investimento in personale e mezzi potrà dare una svolta nel senso da noi auspicato al servizio giustizia».