PHOTO
L’attuazione del Pnrr inizia a prendere corpo. Il Consiglio nazionale forense, presieduto da Maria Masi, e il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per porre in essere una serie di azioni volte a favorire il reclutamento del personale tecnico e a conferire gli incarichi professionali per l’attuazione del Piano da parte delle pubbliche amministrazioni. Il protocollo ha una durata quinquennale, è rinnovabile e impegna Cnf e ministero a realizzare «forme di cooperazione a carattere organizzativo e tecnico (interoperabilità di piattaforme informatiche), in modo da consentire l’implementazione di funzioni specifiche di ricerca nell’ambito del Portale del reclutamento per la selezione di professionisti nella Pa». Ma quali saranno i fronti su cui si impegneranno le parti? A spiegarlo è proprio il protocollo d’intesa. Il Cnf, «al fine di individuare il maggior numero possibile di professionalità da sottoporre alle procedure di selezione comparativa e pubblica indette dalle Pa», avrà la possibilità di «promuovere anche la realizzazione e l’implementazione di piattaforme digitali anagrafiche a disposizione degli iscritti all’Ordine forense». Le infrastrutture digitali potranno essere collegate direttamente al Portale di reclutamento inPA. Al Cnf il compito di diffondere, «attraverso azioni di informazione e comunicazione indirizzate a tutti i professionisti, le opportunità di lavoro nelle pubbliche amministrazioni». Verranno, inoltre, coinvolti tutti i Coa per garantire «un flusso informativo dei dati relativi agli iscritti agli Ordini forensi verso il Portale del reclutamento». Le modalità tecniche saranno stabilite con il dipartimento della Funzione pubblica. Soddisfazione per l’intesa raggiunta con l’avvocatura viene espressa dal ministro Brunetta, che ha rimarcato il valore, in un momento storico molto delicato, delle competenze che metteranno in campo i legali. «Il protocollo con il Consiglio nazionale forense – ha detto Brunetta – segna una nuova tappa per l’implementazione dei servizi di inPA, il nuovo Portale del reclutamento. Ringrazio la presidente Masi per la disponibilità a collaborare attivamente alla nostra iniziativa a sostegno della efficace realizzazione del Pnrr, coinvolgendo la platea potenziale degli oltre 247mila iscritti all’albo. Gli avvocati italiani sono un patrimonio prezioso e voglio chiedere a ognuno di loro, ai più giovani come ai più esperti, di accettare la sfida del rilancio del Paese e di mettersi al servizio della realizzazione degli obiettivi contenuti nel Recovery plan». Secondo la presidente del Cnf Masi, gli avvocati sono pronti a dare un contributo concreto per l’attuazione del Pnrr. «Contribuire – ha detto –, mettendo a disposizione ruolo e competenze degli avvocati alla buona riuscita dei progetti previsti dal Piano nazionale, è un’opportunità importante per il Paese, per i professionisti e anche per la classe forense. Obiettivo del protocollo è di consentire e agevolare il conferimento di incarichi professionali agli avvocati all’interno della Pubblica amministrazione con l’individuazione di competenze specifiche necessarie alla realizzazione dei progetti del Pnrr. Con questo accordo il Consiglio nazionale forense si impegna, inoltre, a promuovere presso i Consigli degli Ordini il flusso informativo delle occasioni di accesso e selezione, oltre che di monitoraggio, anche attraverso l’integrazione delle banche dati per l'incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico».L’intesa di Palazzo Vidoni ha consentito alla presidente del Cnf di riflettere pure sul recente decreto per l’attuazione del Pnrr in tema di reclutamento nella Pa degli avvocati iscritti all’albo e alla Cassa forense. «La sottoscrizione del protocollo d’intesa con il ministro della Pubblica amministrazione sul portale inPA – ha commentato Masi – è stata l’occasione utile per anticipare al ministro Brunetta, che ha mostrato ampia disponibilità sul tema, alcuni elementi di criticità per l’avvocatura contenuti nell’articolo 27 del decreto, licenziato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri e non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Criticità ancorate ai valori di indipendenza e autonomia che regolamentano l'esercizio della professione forense e che saranno evidenziate in una nota congiunta realizzata con l’Organismo congressuale forense e Cassa forense e formalizzate in una proposta di modifica dell’articolo 27 del decreto».