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Il tesoriere di Ocf Vaccaro si è dimesso prima ancora della mozione di sfiducia
Acque agitate nell’Organismo congressuale forense. Lo scorso 8 marzo è stata votata una mozione di sfiducia nei confronti del tesoriere e componente dell’ufficio di coordinamento, Alessandro Vaccaro. I firmatari del provvedimento (gli avvocati Fatano, Delogu, Barbieri, Gosamo e Vassalli) hanno contestato al loro collega, a seguito di verifiche effettuate sul conto dell’organismo dell’avvocatura, alcuni movimenti a loro dire anomali. Si tratta, per la precisione, di somme di denaro transitate dal conto dell’Ocf a quello personale dell’avvocato Vaccaro, con causali tra le più disparate. Dalle verifiche svolte, come si legge nella mozione di sfiducia, risultano «operazioni in favore dell’avvocato Vaccaro» pari a 215.493,32 euro, con «restituzioni risultanti dal conto vincolato» di importo pari a 177.245,32 euro. «Non è presente sul conto – è scritto nella mozione – la restituzione di Euro 38.248,00. Detta somma sarebbe stata corrisposta direttamente da Vaccaro» ad un noto editore che pubblica un quotidiano nazionale. La vicenda aveva interessato già il 7 marzo scorso l’assemblea dell’Ocf, ma all’esito della discussione è stato deliberato, a maggioranza, col voto contrario degli avvocati Fatano, Delogu, Barbieri, Gosamo e Vassalli, «di costituire un gruppo di lavoro che, in tempi rapidi, individui un revisore dei conti con il quale dovrà verificare, con la collaborazione del Tesoriere, la coerenza dei saldi dell'Ocf con le imputazioni di spesa e il fatto che non vi siano state perdite da parte dell'Organismo, verifica idonea a supportare la risposta alla richiesta di chiarimenti del Cnf». «La mozione di sfiducia – dice al Dubbio l’avvocato Alessandro Vaccaro – è superata perché ancor prima di riceverla avevo presentato le mie dimissioni irrevocabili dalla carica di tesoriere dell’Ocf. Tutto quanto indicato nella mozione di sfiducia si riferisce a cose notorie. Non c’è alcun ammanco, a differenza di quanto ho letto da alcune parti. Ci sono pure i bilanci approvati. È in corso, come è giusto che sia, un controllo da cui verrà fuori la realtà, vale a dire accantonamenti per pagare dei contenziosi dell’Ocf». Vaccaro tiene a precisare, per evitare sensazionalismi inutili, che la mozione di sfiducia «dà atto che non mancano soldi» dalle casse dell’Organismo congressuale forense. «È utile – prosegue l’ex tesoriere – chiarire questo aspetto. I soldi non sono spariti e si dà atto che sono rientrati per pagare alcune voci. Non ci sono mancanze, ci tengo a ribadirlo. Se qualcuno ritiene che io mi sia comportato male, io non ci sto a dispetto dei santi. Le mie dimissioni sono state inviate prima della mozione di sfiducia, irrevocabili e immediate, e resto per il momento in Ocf perché darò le mie spiegazioni». La questione del passaggio delle somme dal conto Ocf a quello di Vaccaro viene chiarita dal diretto interessato. «La cosa – spiega Vaccaro – è molto semplice, ovviamente ne risponde il tesoriere. Proprio perché ricoprivo tale ruolo, dovevo sapere a quanto ammontavano le reali disponibilità dell’Ocf, tanto è vero che erano contabilizzate come accantonamenti sui bilanci. Non erano certo sparite le somme. Erano in bilancio e in contabilità, segnate come accantonamenti. Gli importi erano evidenziati. Stiamo parlando di somme evidenziate, accantonate e spese per Ocf. Non ci sono ammanchi». Giuseppe Iacona, tesoriere del Consiglio nazionale forense, spera che si faccia chiarezza quanto prima sulla vicenda e che ritorni il sereno. «Abbiamo subito chiesto all’Ocf – afferma Iacona – tutti i chiarimenti che il caso richiede. Spero, prima di ogni cosa, che l’avvocato Vaccaro possa fare altrettanto. È un collega con il quale per motivi professionali mi confronto da molti anni a questa parte e che stimo, viste le esperienze che abbiamo fatto e facciamo ai vertici dell’avvocatura. L’intera vicenda di sicuro mette in difficoltà l’Ocf, ma credo che si potrà fare chiarezza il prima possibile».