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Nel monastero benedettino di Camaldoli, in provincia di Arezzo, passato, presente e futuro sono stati uniti nello scorso fine settimana da un unico filo conduttore: la riflessione. Più precisamente la riflessione sulla professione forense.
La decima edizione dei “Colloqui di Camaldoli”, organizzata dal Centro fiorentino studi giuridici con il patrocinio del Coa di Arezzo, è stata caratterizzata da un confronto di alto profilo con il coinvolgimento di oltre cento avvocati, tra cui il Presidente del Cnf, Francesco Greco, i presidenti degli Ordini toscani e i consiglieri Cnf Lucia Secchi Tarugi, Aniello Cosimato e Giampiero Cassi. Due i temi affrontati: Intelligenza artificiale e deontologia. Nel focus dedicato alla giustizia predittiva e all’IA sono intervenuti il presidente del Cnf, Francesco Greco, e il Primo presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano. L’incontro è stato moderato dall’avvocato Gianluca Gambogi, presidente del Centro fiorentino studi giuridici.
Francesco Greco ha riflettuto sui rischi che possono derivare dall’utilizzo dell’Intelligenza artificiale nel diritto, ma allo stesso tempo ha lanciato un messaggio di speranza. La professione forense è rimasta per decenni sempre la stessa e i cambiamenti non devono spaventare. «Un Paese civile e democratico – ha detto Greco - si basa sulla tutela dei diritti. Questi ultimi devono essere sempre garantiti. I cambiamenti ai quali stiamo assistendo e ai quali assisteremo richiedono un atteggiamento positivo. Dobbiamo misurarci a viso aperto». Il presidente del Cnf ha riflettuto sul giusto processo, che deve continuare ad essere tale anche con la presenza dell’Intelligenza artificiale, ma è necessario evitare che ci siano storture o peggio degenerazioni tali da causare disuguaglianze sociali. Il Consiglio nazionale forense ha svolto un ruolo importante in merito ai provvedimenti normativi in materia di IA. Da via del Governo Vecchio sono arrivate alcune proposte emendative al ddl 1146, concernenti le disposizioni in materia di professioni intellettuali, le modalità dell’uso della IA nell’attività giudiziaria e la creazione di Autorità nazionali per la valutazione dei sistemi di Intelligenza artificiale immessi sul mercato o adottati dalle amministrazioni pubbliche. Grande importanza viene attribuita all’Osservatorio permanente per l’uso dell’intelligenza artificiale nell’attività giurisdizionale, istituito presso il ministero della Giustizia. Questo organismo ha «il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito giudiziario, monitorarne l’impatto» e «collabora con le Autorità competenti alla realizzazione di sistemi e modelli compatibili con le garanzie costituzionali e con i principi del giusto processo». L’Osservatorio è presieduto dal ministro della Giustizia o da un suo rappresentante e tra i membri di diritto figura anche il presidente del Consiglio nazionale forense. «L’avvocatura pretende che il lavoro intellettuale sia sempre posto al centro e mai sacrificato in nome dell'algoritmo», ha aggiunto Greco.
Il Primo presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, ha rimarcato la centralità del giurista. «La definizione di giustizia predittiva – ha commentato Margherita Cassano - è un parziale ossimoro. Se l’amministrazione della giustizia, anche se proiettata verso il futuro, si fonda su un comportamento umano, il giudice deve pronunciarsi su condotte umane già trascorse». Cassano ha fatto riferimento al supporto che può avere l’IA nel lavoro del giudice e all’esigenza di continuare a tutelare i diritti fondamentali della persona. Avvocati e magistrati, ha sottolineato il Primo presidente, «non trattano numeri, ma si occupano di persone». Ecco perché occorre evitare il rischio che si affermi, con l’utilizzo incontrollato dell’IA, una sorta di «pigrizia giudiziaria, con perdita della sensibilità rispetto ai temi sociali».
L’altro tema trattato nei “Colloqui di Camaldoli” è stato quello della deontologia forense con gli interventi degli avvocati Remo Danovi (già presidente del Cnf), Stefano Borsacchi (già consigliere Cnf), Fabio Azzaroli (presidente del Consiglio distrettuale di disciplina di Firenze) ed Eriberto Rosso (penalista del Foro di Firenze). «La decima edizione dei Colloqui di Camaldoli – ha evidenziato Gianluca Gambogi, presidente del Centro fiorentino studi giuridici e autore del libro “Deontologia, un futuro dal cuore antico” – coincide con i dieci anni trascorsi dall’entrata in vigore del nuovo Codice deontologico forense e con l’entrata in vigore del regolamento disciplinare dinanzi ai Consigli distrettuali di disciplina. Una ricorrenza importante con un elemento ormai inconfutabile: l’avvocatura toscana si riconosce nell’evento di Camaldoli, considerato il numero dei colleghi che vi hanno partecipato da tutta la Toscana».
Un supporto prezioso è stato fornito dal Coa di Arezzo, presieduto da Rita Cavezzuti. «L’Ordine degli avvocati di Arezzo – afferma la presidente Cavezzuti - con crescente soddisfazione e convinzione collabora ai “Colloqui”. La decima edizione ha dimostrato l’assoluto rilievo dell’iniziativa nel panorama formativo del distretto, grazie ai contenuti e all’alto livello dei suoi relatori».