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Un grave episodio ha scosso la tranquilla cittadina di Carpino, nel cuore del Gargano, nella notte tra il 14 e il 15 febbraio. Un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere davanti al garage dell'avvocato Antonio Maccarone, 75 anni, danneggiando gravemente la saracinesca e un'automobile parcheggiata all'interno della proprietà. Fortunatamente, non si registrano feriti, ma l'evento ha destato profonda preoccupazione tra la cittadinanza e il mondo forense.
Tra le ipotesi al vaglio, non si esclude che si tratti di un'intimidazione legata all'attività professionale dell'avvocato Maccarone. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona per raccogliere elementi utili all'identificazione dei responsabili.
L'episodio ha suscitato una forte reazione all'interno della comunità forense. La Libera Associazione Forense (Laf) di San Nicandro Garganico ha voluto esprimere il proprio sdegno e solidarietà all'avvocato Maccarone. Il presidente dell'associazione, Giovanni Vetritto, ha sottolineato come questo atto rappresenti un grave segnale di minaccia verso chi esercita la professione forense con serietà e dedizione.
«Ci stringiamo attorno al collega in un abbraccio virtuale e collettivo», ha dichiarato Vetritto, esprimendo il sostegno di tutta l'associazione. «Non conosciamo le motivazioni di questo vile gesto, ma se dovesse essere legato all'attività professionale, si tratterebbe di un episodio ancora più grave. Purtroppo, accade sempre più spesso che gli avvocati vengano percepiti in maniera distorta, come se fossero nemici invece che garanti dei diritti di tutti».
Il presidente della Laf ha anche evidenziato le difficoltà della professione: «Molti non comprendono le sfide quotidiane che affrontiamo. Lavoriamo senza sosta, dalle prime ore del mattino fino a tarda sera, eppure il nostro ruolo viene spesso sminuito. L'avvocatura è e deve restare un pilastro fondamentale della giustizia»
Negli ultimi anni, episodi di violenza e intimidazione nei confronti di avvocati e operatori della giustizia non sono stati rari, specie in contesti difficili dove la legalità fatica a imporsi. Va ricordato, infatti, che nei territori compresi tra il Lago di Lesina e Manfredonia operano diverse organizzazioni criminali, comunemente denominate mafia garganica, che la Dia nei suoi rapporti raggruppate in due aree: quella montuosa e quella costiera. La preoccupazione è che tali atti possano generare un clima di paura e limitare l'esercizio della professione forense in condizioni di sicurezza.
Per questo, secondo Vetritto, episodi di questo genere «non colpiscono solo un singolo professionista, ma tutta la comunità forense e la società civile». Ha poi concluso ribadendo che «questi atti devono essere condannati senza esitazione e perseguiti con fermezza. Esprimiamo la nostra piena solidarietà al collega e confidiamo che le indagini portino rapidamente a individuare i responsabili».
L'episodio richiama ancora una volta l'attenzione sul delicato ruolo degli avvocati e sulla necessità di garantire loro condizioni di sicurezza nello svolgimento della professione. La comunità di Carpino, intanto, attende con apprensione sviluppi dalle indagini, con la speranza che i responsabili possano essere individuati e assicurati alla giustizia. Gli avvocati della zona, uniti nel denunciare con forza il clima di intimidazione, chiedono risposte e azioni concrete affinché simili episodi non si ripetano in futuro. La sicurezza, sottolineano, è un tema che non può più essere ignorato.