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Le scuole di formazione sono uno strumento fondamentale per consentire agli avvocati di rimanere sul mercato, in un periodo storico di transizione per il mondo del diritto. Ed è proprio per analizzare lo stato dell’arte in materia di formazione forense che oggi studiosi e professionisti si incontrano a Palazzo Gualdo, per un convegno sui 20 anni della Scuola di Vicenza. Organizzato dal circolo giuridico “Gaetano Zilio Grandi e Bianca Gualdo Priorato”, l’incontro affronterà il tema della formazione dal punto di vista politico, normativo e didattico.
I lavori si apriranno alle 10, con la relazione dell’avvocata Francesca Sorbi, consigliere del Consiglio nazionale forense e delegata dalla scuola superiore dell’avvocatura al coordinamento delle Scuole Forensi, che farà il punto sulla situazione delle scuole di formazione forense e le prospettive di riforma. «Il percorso formativo spiega Sorbi - è destinato a diventare obbligatorio e ad integrare il tirocinio presso uno studio professionale. Il decreto ministeriale che dava il contenuto a questi percorsi di formazione risale al marzo 2018, ma la sua efficacia è stata sospesa dal ministro Bonafede fino al primo aprile 2020, per far sì che gli ordini forensi si attrezzino nella preparazione dei corsi e in vista di una revisione generale del sistema d’accesso alla professione forense».
Da qui il tavolo di lavoro tra ministero della Giustizia, avvocatura, magistratura e Miur sulle strategie da mettere a punto per favorire la crescita di un’avvocatura più preparata e qualificata, ma anche rispondente alle esigenze della società in cui viviamo. «A questo tavolo - sottolinea Sorbi - si sta parlando anche della revisione del corso universitario e dell’esame di Stato e in questo quadro, quello che auspica l’avvocatura è che un ruolo formativo determinante l’abbiano proprio le scuole forensi, in quanto capaci di costituire l’anello di congiunzione tra la formazione più accademica e la pratica forense» .
La formazione verrà affrontata anche dal punto di vista della filosofia del diritto, con un intervento del professor Paolo Moro, ordinario di filosofia del diritto presso l’Università di Padova, che analizzerà l’attualità della tecnica dell’argomentazione classica. Giovanni Pascuzzi, ordinario di diritto civile e privato comparato presso l’Università di Trento, affronterà invece il tema del problem solving nelle professioni legali e la creatività del giurista, per poi passare alla disciplina attuale della formazione forense, che verrà analizzata da Roberta Lombardi, ordinario di diritto amministrativo presso l’Università del Piemonte Orientale.
In occasione del ventennale della scuola, costituita il 31 maggio del 1999 e inaugurata formalmente il 10 novembre successivo, interverranno, dunque, i migliori esperti di didattica forense di tutta Italia. «Non è un’occasione nostalgica - spiega Paolo Doria, direttore didattico della scuola ' Enrico Schiavo' - ma un’occasione per fare il punto della situazione sulla formazione forense, guardando le prospettive in un momento, anche a livello politico, un po’ incerto, in tema di riforma dell’accesso alla professione forense.
Scuole come queste sono fondamentali, in quanto strumento efficace per la formazione didattica di giovani tirocinanti, essenziale in un momento di transizione del sistema del diritto. Pensiamo al problema della crisi codicistica delle fonti, sui diritti umani fondamentali, le carte internazionali, le convenzioni eccetera. In un panorama così complicato - conclude - le scuole forensi rappresentano un punto d’incontro e di studio indispensabile per acquisire le competenze per rimanere sul mercato, perché chi non investe in formazione ne è fuori. Sono patrimoni inestimabili che l’avvocatura deve custodire».