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Un emendamento di Pd e governo propone di inserire nel decreto fiscale le norme sull'equo compenso per gli avvocati
Anche gli aspiranti avvocati, in attesa della correzione delle prove scritte, protestano contro lo stallo che li sta tenendo fuori dal mondo del lavoro. I candidati che hanno partecipato alla sessione 2019 dell’esame di abilitazione, infatti, «non riusciranno ad ottenere l’accesso alla professione nel 2020 e potrebbero dover ripetere l’esame scritto fatto a dicembre». A dirlo i rappresentanti di Ligavv (Libera e Giovane Avvocatura), fra cui Federica Torta, Riccardo Prisciano e Stefano Bellodi, che denunciano così lo stallo non risolto dal Dl Rilancio. «Migliaia di giovani laureati - si legge in una nota - rischiano di non entrare nel mondo del lavoro non per masochismo né per le bocciature, ma per la posizione con cui il Governo ha deciso di non compattare le prove scritte in un’unica prova orale da sostenere a distanza online, dopo l’estate, come invece stabilito per le altre professioni, fra cui i commercialisti e i farmacisti». Proprio al fine di far valere i diritti degli aspiranti avvocati e di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, Ligavv ha indetto una manifestazione il 4 giugno in piazza di Montecitorio, dalle 15.00 alle 20.00. «I partecipanti porteranno i sudati codici a cui hanno dedicato lunghi anni di studio - conclude la nota - in segno di protesta contro la professione negata».