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Esame avvocato, impasse risolta: ma poi tornerà tutto come prima?
Via libera all’esame da avvocato. Si svolgeranno il 13, 14 e 15 aprile 2021 le prove scritte per l’abilitazione all’esercizio della professione forense, sessione 2020, indetta con decreto ministeriale del 14 settembre scorso.
Il decreto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al momento atteso in Gazzetta ufficiale. Il differimento dello svolgimento delle prove scritte rispetto alle date inizialmente previste - 15, 16 e 17 dicembre 2020 - si è reso necessario in relazione alla situazione epidemiologica e alle misure finalizzate a limitare la diffusione del contagio da Covid-19.
Lo svolgimento delle prove nella primavera del 2021 era stato preannunciato dal Guardasigilli all’inizio del mese di novembre, sulla scorta di quanto previsto dal dpcm del 3 novembre scorso, che aveva previsto la sospensione e il rinvio dei concorsi pubblici e degli esami di abilitazione alle professioni fino al 3 dicembre.
Le prove scritte si svolgeranno a partire dalle ore 9, presso le sedi indicate nel decreto ministeriale, il cui contenuto dettagliato però non è ancora noto: non è precisato, infatti, se le prove avranno luogo presso i solo capoluoghi dei distretti giudiziari o se si sceglierà di dislocare i locali per l’esame anche nelle sedi dei tribunali di circondario, accorpate per provincia, come sollecitato dal Consiglio nazionale forense.
Il 13 aprile la prova consisterà in un parere motivato in materia regolata dal codice civile, quella del giorno successivo, invece, la materia penale. Infine, il 15 aprile, la prova riguarderà un atto giudiziario in materia di diritto privato o di diritto penale o di diritto amministrativo.
«È sicuramente un fatto positivo che sia giunta la comunicazione delle date di esame. Ma noi vogliamo certezze», spiega Massimo Pinardi, responsabile per la città di Roma del Comitato per l’Esame d’Avvocato.
«Sulle modalità di esame si sa solo che saranno quelle dell’anno scorso, ovvero 3 prove scritte ed eventuale accesso all’orale - prosegue Pinardi. Noi non siamo soddisfatti: chiediamo da mesi che sia prevista una modalità alternativa qualora il quadro epidemiologico non consentisse di svolgere gli esami in condizioni normali. Temiamo ulteriori rinvii, perciò proponiamo che sia previsto un solo scritto oltre all’orale, ma qualora il ministero preferisse accettiamo anche di limitarci al solo orale».