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equo compenso
Se per gli avvocati ci sarà un 2-0 o un 1-1, lo sapremo nelle prossime ore. Infatti, se da una parte, almeno per la professione forense, c’è la soddisfazione relativa al fatto che è stato firmato dalla guardasigilli Marta Cartabia il decreto ministeriale recante il nuovo sistema dei parametri forensi, rinnovati in profondità come mai era avvenuto dal 2014, dall’altra, tutto il mondo delle professioni ordinistiche è in attesa di sapere se la conferenza dei capigruppo al Senato, che avrà luogo domani alle ore 15.30, deciderà di mettere all’ordine del giorno dell’aula, fra i vari (pochi) provvedimenti, anche l’As 2419, ossia il Ddl sull’equo compenso, che aveva perfino superato l’esame, in seconda lettura, della commissione Giustizia di Palazzo Madama, per poi rimanere, quasi fantozzianamente, incagliato nelle beghe della politica italiana, visto che la sua approvazione era stata calendarizzata per il 20 luglio, proprio il giorno in cui Draghi ha presentato il suo discorso, da cui è partita la sfiducia al governo. E per capire che aria tira, il Dubbio ha chiesto lumi a un esponente del Pd, il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem in commissione Giustizia, e al sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, esponente di Forza Italia. Se per Mirabelli la legge sull’equo compenso non rappresenta la priorità di questi giorni, essendo considerata molto più importante la conversione in legge del decreto Aiuti-bis (Dl 115/2022), e l’emanazione della legge delega fiscale (As 2651), per Sisto, ferma restando la necessità di far passare il decreto Aiuti-bis, per il quale sono stati presentati diversi emendamenti, necessariamente da valutare, sarebbe quanto mai opportuno concludere l’iter legislativo del ddl sull’equo compenso, tanto più che nulla impedisce di correggere successivamente alcuni eventuali “nei” del provvedimento, che hanno determinato perplessità in qualche forza politica della vecchia maggioranza Draghi. «Il Pd – afferma Mirabelli – non ha pregiudiziali, e una volta approvati il decreto Aiuti-bis e la legge delega fiscale, è pronto a votare altri provvedimenti che le forze politiche ritengono prioritari, come può essere il caso del ddl sull’equo compenso, per il quale abbiamo avuto qualche perplessità riguardo al tema del sanzionamento dei professionisti che non rispettano la disciplina, superato però al momento del voto in commissione Giustizia al Senato a fine giugno. Certo è che i pochi giorni rimasti alla legislatura non consentono di essere ottimisti sulle prospettive di approvazione dell’As 2419». Più speranzoso è invece Sisto, che dichiara: «L’intenzione di Forza Italia, che verrà portata avanti dalla nostra capogruppo al Senato Anna Maria Bernini, è quella di far rientrare il provvedimento dell’equo compenso tra quelli da porre in votazione nei prossimi giorni, ma è innegabile che non si possono prevedere i tempi dei lavori parlamentari. La nostra filosofia è che ogni legge approvata è un passo avanti per l’intera collettività, e con la legge sull’equo compenso si tutelerebbero in particolare i professionisti giovani e meno noti, e questo dovrebbe rappresentare un motivo per portare l’iter legislativo dell’As 2419 a conclusione». Se, dunque, il futuro della legge sull’equo compenso è incerto, è invece realtà l’aggiornamento dei parametri forensi: il 4 settembre scorso è stato firmato il relativo decreto della ministra della Giustizia, e a breve potrà essere pubblicato in Gazzetta ufficiale. «Dal momento della pubblicazione – spiega il sottosegretario Sisto – gli avvocati potranno aggiornare le loro tariffe, che in media hanno registrato una crescita del 5%, ma la vera novità è che i parametri sono stati impostati come una sorta di misuratore della qualità e quantità della prestazione del professionista legale, e per questo si potrebbe affermare che essi sono quindi più giusti. Questo provvedimento costituisce quindi un importante successo, tanto più che il suo percorso è stato tutt’altro che facile».