È in corso la quinta edizione del “Torneo della disputa Dire e Contraddire”, creato nel 2017 dalla collaborazione tra il Consiglio nazionale forense ed il ministero dell’Istruzione e del Merito in base ad un protocollo d’intesa. Quest’anno sono stati coinvolti 39 Ordini degli avvocati con lo schieramento delle squadre di oratori.

Il progetto nasce per incoraggiare gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado – hanno partecipato oltre cinquanta istituti per un totale di oltre 2mila giovani - a un corretto confronto dialettico e a una misurata argomentazione delle proprie idee. Gli studenti, affiancati dagli avvocati degli Ordini forensi territoriali di riferimento e dai docenti, si sfidano a colpi di eloquenza sui temi di diritto e di educazione civica. Nello scorso fine settimane si sono tenute in contemporanea le semifinali a Venezia, Livorno e a Napoli. Hanno superato il turno le scuole di Torino, Palermo e Pescara, che si sfideranno nella finale in programma nella sede del Consiglio nazionale forense, in via Del Governo Vecchio, il prossimo 21 maggio.

Per Torino hanno partecipato i licei “Cavour”, “Gioberti” e il “Convitto Umberto I”. Le scuole di Palermo sono il liceo classico “Vittorio Emanuele” e il liceo scientifico “Don Bosco Ranchibile”, mentre la squadra di Pescara è formata da 12 studenti dei licei classico e scientifico “Leonardo da Vinci” e dall’istituto “Aterno- Manthone”.

Il protocollo tra Cnf e ministero dell’Istruzione e del Merito sottolinea l’impegno delle parti a promuovere la cultura della legalità nelle scuole attraverso l’approfondimento delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica, «anche tramite lo sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità».

Alla base dell’intesa tra il Consiglio nazionale forense e il ministero dell’Istruzione e del Merito ci sono percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, anche con il coinvolgimento degli Ordini distrettuali e circondariali, «volti ad implementare la cultura della legalità». Il tutto senza tralasciare la formazione attraverso lo studio teorico d’aula con forme di apprendimento pratico svolte nel contesto professionale forense. L’obiettivo è molto chiaro: favorire l’acquisizione da parte degli studenti di conoscenze, abilità e competenze in merito al ruolo dell’avvocato nella società, sia nelle attività processuali che in quelle extragiudiziali.

Il “Torneo Dire e Contraddire” nasce da una idea di Angela Mazzia del Foro di Taranto. Federica Santinon, coordinatrice della Commissione progetti di educazione alla legalità del Cnf, sottolinea il successo che sta riscuotendo l’iniziativa e la motivazione dei partecipanti. «Tutte le fasi del torneo – dice al Dubbio l’avvocata Santinon – hanno ottenuto risonanza a livello territoriale. Studenti e professori hanno dimostrato grande interesse. Un vivo ringraziamento va al presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, che crede fortemente nel “Torneo della disputa”».

L’organizzazione di “Dire e Contraddire” punta sul gioco di squadra, come sottolinea Federica Santinon. «La Commissione dei progetti di legalità – afferma - si occupa di fare la formazione a tutti i colleghi referenti dei Coa, che poi vanno nelle scuole a formare i ragazzi. Sono particolarmente soddisfatta perché è stata creata una valida rete. Ci avvaliamo di un protocollo sottoscritto dal Cnf e dal ministero dell’Istruzione e del Merito con il coinvolgimento dei consiglieri nazionali del Cnf per comporre le giurie impegnate nei turni di qualificazione e nelle semifinali.

Un ringraziamento speciale lo rivolgo agli avvocati impegnati in prima persona. Credono in quello che fanno, realizzando così la funzione sociale della nostra professione, impartendo i valori della Costituzione e del rispetto dell’altro. Per la fase territoriale è stata scelta dal Cnf una frase di Piero Calamandrei: “Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della magistratura e della Corte costituzionale”».

Oltre a Calamandrei, un altro punto di riferimento è rappresentato da uno dei massimi esperti di Intelligenza artificiale, il francescano Paolo Benanti. «Per la finale – conclude Santinon - abbiamo scelto una riflessione di padre Benanti: “Più dell’intelligenza artificiale ho paura della stupidità naturale, perché se un giorno una macchina facesse una determinata cosa sarebbe stata la mente umana a fargliela fare. La macchina non vuole niente perché non è un soggetto”.

Nel corso di questa edizione di “Dire e Contraddire” abbiamo registrato tantissimo entusiasmo. Certo, non è mancata qualche delusione da parte degli esclusi nelle fasi eliminatorie. Va aggiunto che per le giurie è stato difficilissimo decidere, dato che gli studenti partecipanti erano tutti molto preparati. Hanno discusso con forza, con grazia e con onore. Un ringraziamento ai Coa che hanno organizzato le semifinali a Livorno, Napoli e Venezia, mettendo a disposizione sedi incantevoli. I ragazzi ci hanno emozionato. Hanno saputo farsi ascoltare e ci hanno dimostrato che la parola può ancora muovere coscienze, produrre idee poi trasformate in pensieri lucidi».