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In ormai oltre 30 anni di professione ho visto costantemente è coerentemente svilire sempre più il ruolo dell’Avvocatura: non tanto e non solo nell’ambito penalistico, ma soprattutto in quello civilistico, meno eclatante ma non meno importante e decisivo per la stessa tenuta del sistema sociale. Ambito, quello civilistico, che viene però pressoché sempre ignorato o sottaciuto dai media e dal dibattito politico.
Le cause sono più d’una e non è il caso di analizzarle qui: ma sicuramente è colpa anche della stessa Avvocatura. In tutto questo gran parlare del ruolo dell’Avvocato nella Costituzione, basterebbe battersi per una norma costituzionale che dica semplicemente questo: «La tutela e la difesa di qualsiasi diritto e di qualsiasi interesse legittimo, in ogni ambito stragiudiziale e giudiziale, è riservata esclusivamente agli Avvocati o ai Praticanti Avvocati nei limiti delle loro competenze previsti dalla legge».
So bene di essere un sognatore se non un illuso, e che già l’eventuale mera proposta di una simile norma cozzerebbe contro il fuoco incrociato di tutti i soggetti che se ne vedrebbero lesi (dai periti infortunistici in su); così come la sua eventuale approvazione dovrebbe poi superare, verosimilmente, il vaglio della Corte Costituzionale.
Ma credo, con altrettanta forza di sogno e di illusione, che sarebbe l’unico modo per conferire di nuovo dignità ad una professione che vede ormai compromessa la sua stessa funzione d’essere, per ora specialmente nell’ambito civilistico ma non solo in esso, come si incomincia bene ad intravvedere se si voglia guardare e nonostante il dibattito in corso.
Vorrete perdonarmi lo sfogo, cordialmente.