«Un nuovo ordinamento per un’avvocatura protagonista della tutela dei diritti nel tempo dei cambiamenti globali». È questa la traccia principale lungo la quale si svolgeranno i lavori della sessione ulteriore del XXXV congresso nazionale forense. Appuntamento a Roma (presso l’Ergife Palace Hotel), il 15 e 16 dicembre.

Nella capitale sono attesi 1500 avvocati e avvocate. Oltre alle delegazioni della avvocatura, saranno presenti anche esponenti delle istituzioni. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sarà ospite della prima giornata dei lavori. Domani mattina interverranno anche Alfredo Mantovano (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri), Francesco Paolo Sisto (viceministro della Giustizia) e Andrea Delmastro Delle Vedove (sottosegretario di Stato alla Giustizia). Nella giornata inaugurale si terrà una tavola rotonda, moderata dalla giornalista del Tg2 Manuela Moreno, con i rappresentati dei principali partiti politici di maggioranza e opposizione.
Il congresso nazionale forense sarà aperto dal presidente del Cnf, Francesco Greco. Interverranno anche Mario Scialla (coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense), Paolo Nesta (presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma) e Valter Militi (presidente della Cassa Forense).
La sessione ulteriore è stata deliberata nell’ottobre 2022, a margine del congresso forense di Lecce, per valutare preliminarmente la possibilità di trattare le modifiche da apportare alla legge professionale «in un’apposita sessione ulteriore del XXXV congresso nazionale forense».
«La voglia di congresso - commenta l’avvocato Mario Scialla, coordinatore dell’Ocf - abbiamo avuto modo di percepirla da parte di tutti i nostri colleghi. È importante che a Roma esca qualcosa di costruttivo, che si ragioni in prospettiva senza dimenticare il presente. Abbiamo bisogno di una scossa vista la crisi che sta interessando il comparto giustizia. Una crisi che ci riguarda direttamente e che richiede un approccio proattivo. Ci soffermeremo pertanto sull’accesso alla professione, sulla formazione e sull’esercizio della professione. Si tratta di temi sentiti da tutti i colleghi, soprattutto i più giovani. In questo contesto non dovrà mai essere tralasciato il codice deontologico, che non si discute nei suoi contenuti».
Secondo Scialla, «lo sforzo titanico è quello di cercare di arrivare con la sintesi di una idea maggiormente condivisa». «Ce lo chiede – aggiunge - la politica, che non ha tempo di rivolgersi a temi che sono divisivi, ma tiene conto della unitarietà di alcune decisioni prese».