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Andrea Mascherin, presidente dimissionario del Cnf
Lo scorso 22 luglio, all’immediata vigilia del congresso nazionale forense, la Corte d’appello di Roma aveva confermato la sentenza di ineleggibilità per il presidente Andrea Mascherin e altri 7 componenti del Cnf. Poco fa lo stesso Mascherin e tre dei consiglieri interessati con lui dalla controversa vicenda hanno rassegnato le dimissioni dalle rispettive cariche ricoperte nella massima istituzione dell’avvocatura. Un passaggio che incide in modo visibile la questione, insorta attorno al divieto di triplo mandato consecutivo che i giudici di secondo grado hanno ritenuto di riconoscere, con la loro pronuncia (la numero 5478 del 2021), per il Consiglio nazionale forense. Nella sua lettera Mascherin ringrazia «gli attuali e tutti gli altri componenti del Consiglio che nei tanti anni si sono susseguiti nel condividere un percorso comune, per alcuni aspetti ambizioso e coraggioso, avente come traguardo il riconoscimento della alta funzione degli Avvocati all’interno della Società e della Giurisdizione». Chiaro riferimento innanzitutto alla battaglia per l’Avvocato in Costituzione che Mascherin ha condotto con grande forza. E ancora, il presidente dimissionario ringrazia anche «Cassa Forense, le Articolazioni ordinistiche, i Consigli di disciplina le Rappresentanze politiche, i Comitati, il mondo dell’Associazionismo e tutti coloro, e sono tanti, che a vario titolo, nelle commissioni e gruppi di lavoro, hanno messo a disposizione del Consiglio Nazionale Forense il loro entusiasmo e il loro convinto impegno». Nel concludere, ricorda che per lui il «viaggio è stato bello ed emozionante». Intenso anche il tono della lettera firmata dal consigliere dimissionario Carlo Orlando, che nel rivolgersi innanzitutto alla presidente facente funzioni Maria Masi, spiega: «Non credo di dover rassegnare le dimissioni (che comunque rassegno) da un incarico che evidentemente non ricopro alla luce di un percorso giudiziario contaminato e segnato, anche nelle scansioni temporali, da una cabina di regia avversa». Seguono, come per Mascherin, lunghi ringraziamenti rivolti anche al personale del Cnf, quindi Orlando assicura: «Non dimenticherò nulla di questi anni al Consiglio, le cui emozioni (positive e negative) custodirò gelosamente. Ho scritto con passione e impegno ogni pagina di questo libro che ora ho terminato. Sono orgoglioso di aver servito in questi anni il Cnf di cui resterò un gran tifoso», conclude il consigliere dimissionario. Brevi i messaggi con cui lasciano l’incarico il vicepresidente e il consigliere dimissionari Giuseppe Picchioni e Stefano Savi. Picchioni comunque non manca di riferirsi alla sentenza della Corte d’appello che, scrive, «ancorché, e non solo per la parte motiva, mi rafforzi nel convincimento della fondatezza delle nostre tesi, mi impone di tener conto dei suoi riflessi sul piano istituzionale. E ciò al di là delle personali convinzioni sull’esito processuale della vicenda, peraltro non definitivo, e delle sue implicazioni», conclude Picchioni.