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La Corte d'appello di Roma conferma il divieto di triplo mandato per il Cnf
Con la sentenza depositata oggi, la prima sezione civile della Corte d’appello di Roma ha rigettato il ricorso (iscritto al numero 5538 dell’anno 2020) proposto dal presidente del Cnf Andrea Mascherin e da altri 7 consiglieri nazionali contro l’ordinanza 1275 del 2020 emessa lo scorso 25 settembre dal Tribunale. Viene dunque confermata l’ineleggibilità per Mascherin, Andrea Pasqualin, Antonio Baffa, Giuseppe Picchioni, Maurizio Magnano di San Lio, Stefano Savi, Giovanni Arena e Carlo Orlando. La decisione è stata assunta, all’immediata vigilia del congresso nazionale forense, dal collegio composto dal presidente Corrado Maffei, dal relatore Diego Pinto e dall’altra consigliera Mariarosaria Budetta. Secondo i magistrati, dunque, il divieto di terzo mandato consecutivo previsto dalla legge professionale forense 247 del 2012 per gli Ordini territoriali va considerato immediatamente applicabile anche al Consiglio nazionale. Da una parte, la Corte d’appello si richiama alla sentenza del Tar Lazio 12176 del 2019 e alla pronuncia della Cassazione 29106 dell’anno successivo per concludere che «il Cnf non è organo sovraordinato rispetto ai Coa» e che Consiglio nazionale e Consigli degli Ordini territoriali costituiscono «due espressioni latu sensu complementari dell’Ordine forense». Passaggio utile, ritengono i giudici di secondo grado, ad affermare che la legittimazione di «ciascun iscritto all’albo» a impugnare i risultati delle elezioni per il Coa possa «trovare applicazione anche per il Cnf». I giudici di secondo grado confermano, analogamente a quanto fatto dal Tribunale, la «peculiarità della questione» e che dunque «anche le spese di questo grado possono essere compensate».