La devastazione in Ucraina non risparmia nessuno. Le attività nei Tribunali sono quasi completamente ferme e tanti avvocati sono in prima linea per difendere le città, in attesa dell’attacco finale a Kiev. Nella capitale i missili russi cadono tutti i giorni e oltre alle abitazioni hanno colpito anche gli studi legali, come documentato dall’avvocata Alesya Pavlynska. Con amarezza commenta le foto di quello che era il luogo di lavoro di alcuni suoi colleghi a Kiev. Le finestre sono esplose per lo spostamento d’aria provocato dai razzi di Mosca. I vetri ricoprono le scrivanie, gli scaffali sono stati abbattuti, i fascicoli sono sparsi sul pavimento, telefoni e poltrone sono ricoperte da detriti. La quotidianità violata. Le stanze in cui gli avvocati condividevano ore di approfondimenti per studiare casi giudiziari, confrontarsi sulle strategie difensive e scherzare per smorzare la tensione accumulatasi per gravosi impegni professionali sono ora un luogo silenzioso ed irriconoscibile. «Non era necessaria – dice l’avvocata Pavlynska - alcuna denazificazione di questo studio legale, poiché in effetti nessun nazista si nascondeva tra le file dei clienti. L'ufficio si trova nella zona residenziale di Kiev, bombardato nel fine settimana. È ancora difficile abituarsi alla distruzione. Distruzione della tua casa, dei tuoi affari, della tua vita e dei tuoi sogni. Coloro che non sono in grado di costruire, sono desiderosi di distruggere tutto ciò che noi abbiamo costruito con tanta cura». L’UBA (Ukrainian Bar Association) ogni giorno sensibilizza l’opinione pubblica. Gli avvocati sono impegnati nel raccogliere le prove dei crimini contro l’umanità, del genocidio e dei crimini di guerra da sottoporre alla Corte penale internazionale. Inoltre, per sostenere i legali e le loro famiglie l’associazione dei legali ucraini ha organizzato una raccolta fondi e rifatto il proprio sito internet anche in lingua inglese (2022.uba.ua/eng) completamente dedicato alla guerra in corso. La Law Society irlandese ha accolto l’invito lanciato dall’UBA e ha avviato una serie di iniziative a sostegno degli avvocati sotto le bombe. Sul suo portale ha pubblicato prima di tutto una serie di informazioni sulle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia. In un’altra sezione chiede ai propri iscritti di raccogliere fondi per i colleghi dell’Ucraina anche con l’organizzazione di corsi per la formazione professionale.Kateryna Gupalo, avvocata della law firm Arzinger, mette in allerta sulle possibili mosse future della Russia. «Credete ancora nei "russi buoni"?», si chiede preoccupata. «Allora – aggiunge – come mai il 75% di loro sostiene l'idea di un intervento militare anche in Polonia? Anche i Paesi Baltici, la Bulgaria, la Repubblica Ceca sono a rischio. Solo una settimana fa ho visto un servizio televisivo della propaganda russa in cui si discuteva su una potenziale operazione militare contro quegli Stati, con l’indicazione di alcuni dettagli come la dislocazione delle truppe e i punti di attacco. Ieri una mia amica, che si è trasferita in Polonia con i suoi due bambini, ha scritto di aver sentito suonare gli allarmi dei raid aerei. E, nel frattempo, vedo ancora tante persone che parlano dei "russi buoni". Incredibile». Ci sono alcuni avvocati che hanno dismesso la toga e, purtroppo, sono stati costretti ad imbracciare le armi. È il caso Iliya Kostin. La sua storia è stata raccontata da un collega, Dima Gadosky, che si sta facendo portavoce dei legali ucraini in guerra.  Kostin è impegnato a Brovary, una piccola città vicino a Kiev, a circa dieci chilometri dal fronte. Quando il 24 febbraio scorso è iniziata l’invasione russa, per Kostin, come per altri riservisti, è cambiata la vita: la toga è stata chiusa nell’armadio, lo stesso per l’abito blu, la camicia bianca e la cravatta. Ora per l’avvocato Iliya esiste solo una tuta mimetica, con la speranza di ritornare quanto prima nella sua casa Simferopol, riabbracciare la moglie e ritrovare i colleghi. Identica situazione per Anatoliy Kyselyov. Dopo una brillante carriera nello studio legale SDM Partners, ha scelto di combattere per la difesa di Kiev. Il secondo giorno di guerra è rimasto ben impresso nella sua mente. Kyselyov ha rischiato di essere colpito da un cecchino, mentre accompagnava la famiglia fuori città per farla espatriare. Le giornate sono state completamente stravolte. Dai codici e manuali, passando per le pratiche che una volta erano sulla scrivania, ad altri tipi di letture. Nei pochi momenti di pausa Anatoliy legge “Total Resistance”, un libro che spiega le tecniche per respingere le truppe occupanti.