Un post sui social per esprimere tutta la sua amarezza per il grave episodio che lo ha visto protagonista e per denunciare anche tutta la sua delusione. L’avvocato Antonio Lanfranchi, aggredito e picchiato brutalmente tra il piazzale dell’Università di Messina e palazzo Piacentini, da un 35enne di Milazzo aspirante avvocato, non riesce a nascondere il suo stupore.

Il giovane era impegnato nelle selezioni per accedere alla professione, ma bocciato, si è avventato per strada contro l’avvocato, presidente della quarta sottocommissione per gli esami di abilitazione alla professione forense, prendendolo a pugni e morsi e provocandogli numerose fratture al naso, alle costole e alla mascella. “Non si è capaci - aggiunge l'avvocato aggredito- di fare autocritica, addossando agli altri la responsabilità dei propri insuccessi, in un contesto in cui fin dai banchi di scuola i ragazzi vengono difesi ad oltranza dai loro genitori anche di fronte a meritati giudizi negativi. Stiamo alimentando una società di persone deboli - prosegue il legale - inadeguate nell'affrontare anche i più semplici ostacoli e, nello stesso tempo, stiamo sempre più diffondendo la cultura della violenza, dell'odio, dello scontro personale”. 

“Non sono solo le gravi ferite subite che mi addolorano - puntualizza l'avvocato messinese nel suo post - ma la deriva che interessa la nostra società e, in essa, la nostra professione. E mi addolorano i commenti, anche di qualche collega, che giudicando gli esami una farsa, quasi giustificano il gesto, biasimando chi si erge arbitrariamente a ‘professorone’. Non ritengo di potermi identificare in questa figura - conclude - avendo cercato sempre di svolgere il mio ruolo con modestia ed equilibrio e con grande rispetto per gli altri. Mi confortano, d'altra parte, gli attestati di solidarietà e di stima pervenutimi da tanti colleghi, magistrati, operatori…”.

La solidarietà dei colleghi a Lanfranchi è stata immediata e unanime. “Il Consiglio Nazionale Forense - si legge in una nota - desidera esprimere la sua più profonda solidarietà all’avvocato messinese Antonio Lanfranchi, presidente di una commissione d'esame per l'abilitazione forense di Messina, che, nei giorni scorsi, è stato aggredito brutalmente di fronte al Tribunale da un aspirante avvocato che è stato successivamente arrestato. Il Cnf biasima l’aggressione ed esorta a denunciare qualunque tipo di violenza in tutti i contesti. Il Consiglio Nazionale Forense si rivolge all'avvocato Lanfranchi con un messaggio di sostegno e solidarietà, augurandogli una pronta guarigione”. 

Anche l'Ordine degli avvocati messinesi, presieduto da Paolo Vermiglio, ha subito espresso solidarietà al collega vittima dell'aggressione: “A nome dell'ordine degli Avvocati di Messina e mio personale esprimo ferma condanna per la vile aggressione subita dallo stimato collega del nostro Foro, al quale va la solidarietà dell'intera Avvocatura, che lo ringrazia per avere svolto con rigore e serietà l'incarico di presidente di una delle Commissioni per l'esame di abilitazione. Il Consiglio dell'Ordine assumerà ogni opportuna iniziativa a tutela della dignità e del decoro della professione forense, presidio di diritti e libertà ed incompatibile con simili episodi di violenza e di arbitrio”.

Solidarietà è stata manifestata anche dalla Camera civile di Messina. La presidente Rosaria Filloramo “fermamente condanna la prevaricazione, intimidazione e l’inaudita violenza cui è rimasto vittima il collega, stimato e integerrimo professionista cui ci si stringe in segno di massima solidarietà, brutalmente aggredito nell’esercizio delle proprie funzioni di commissario d’esami da un “aspirante” avvocato che così ha reagito alla valutazione negativa della propria prova abilitante alla professione forense. Dispiace davvero osservare come l’Avvocatura debba registrare attacchi come quello subito che oltraggiano l’onore, il decoro e il prestigio di una professione cui certi comportamenti sono e rimarranno sempre estranei”.