Si è tenuto ieri a Firenze, nell'auditorium “Adone Zoli” del Palazzo di Giustizia, un convegno organizzato dal “Coordinamento delle associazioni forensi” specialistiche maggiormente rappresentative, intitolato “Specializzazioni: presente e futuro dell'avvocatura. Strumenti di eccellenza per gli avvocati di oggi e di domani”. Numerosi i temi affrontati, a partire dalla formazione specialistica nell'ambito forense, in un contesto giuridico sempre più complesso e in continua evoluzione. I relatori intervenuti – una ventina circa - hanno sottolineato il ruolo cruciale della specializzazione e l'importanza della formazione degli avvocati nella tutela dei diritti. È inoltre emerso il messaggio di unità fra tutte le associazioni forensi.

Il “Coordinamento delle associazioni forensi specialistiche” è nato a Roma il 6 dicembre 2024. Ha l'obiettivo di favorire il sostegno ai percorsi di specializzazione degli avvocati e di condividere e sostenere le attività delle singole associazioni componenti, incentivando l'interdisciplinarità delle iniziative.

Il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, ha inviato un messaggio ai partecipanti. «Le specializzazioni forensi – ha sottolineato Greco - rappresentano un traguardo importante per il processo di qualificazione dell'avvocato e per l'avvocatura in generale. Mi piace definirlo un traguardo perché quello delle specializzazioni è stato un percorso a ostacoli che l'avvocatura istituzionale, insieme alle associazioni forensi, ha superato. Ci sono voluti più di dieci anni per attuare in maniera compiuta l'articolo 9 della legge professionale, i cui decreti ministeriali di attuazione sono stati sottoposti, come noto, alla mannaia del giudice amministrativo». Il presidente del Cnf ha lodato il lavoro delle associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative: «In questi 10 anni hanno lavorato in maniera seria e costruttiva affinché la specializzazione forense, da chimera ordinamentale, da tempo ambita, divenisse una concreta realtà, adeguatamente attuata e riconosciuta».

I lavori sono stati aperti dal professor Claudio Cecchella (presidente Ondif e ordinario di Diritto processuale civile nell'Università di Pisa), il quale ha ricordato come è nato il “Coordinamento delle associazioni specialistiche” e il lavoro che promuove. «La specializzazione – ha affermato Cecchella - è funzionale al ruolo sociale che ricopre l'avvocato». Sergio Paparo (presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Firenze) si è soffermato sul valore delle specializzazioni. «Se vogliamo avere un confronto serio con la magistratura – ha detto Paparo -, nell'esercizio quotidiano della nostra funzione, dobbiamo essere all'altezza di magistrati sempre più specializzati».

Durante il convegno è stata ribadita la posizione del Coordinamento, che si ritiene fondamentale parlare unitariamente alle istituzioni forensi per contribuire al progetto di riforma professionale affinché si preveda una rappresentanza dell'avvocatura specialistica nel gruppo di lavoro delle specializzazioni. Il Coordinamento considera importante approfondire sia il tema della comprovata esperienza sia quello della valorizzazione delle scuole, fondamentali per la formazione, dato che per anni hanno dimostrato rigore, impegno e competenza. Strategico anche il confronto con le istituzioni europee.

Secondo Tatiana Biagioni (presidente Agi), «l'avvocatura specialistica è il presente e il futuro della professione. «Siamo avvocati specialisti da anni – ha aggiunto - e questa è una realtà che deve essere riconosciuta con un titolo legale. Le associazioni specialistiche sono una parte viva, proattiva della nostra professione». Anton Giulio Lana (presidente dell'Unione forense per la tutela dei diritti umani) è convinto che «un avvocato che vede oltre i confini del proprio Paese non solo offre agli assistiti una difesa più efficace, ma amplia le opportunità professionali con una maggiore capacità di competere sul mercato nazionale ed internazionale».