Mantenere alta l’attenzione sui numerosi casi di avvocati minacciati in tutto il mondo. È questa la missione principale dell’Oiad, l’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo, che giovedì scorso a Parigi ha convocato l’assemblea generale, nel corso della quale sono stati rinnovati i vertici.

Tra i punti principali dell’incontro nella capitale francese la presentazione del rapporto delle attività nel biennio 2023- 2024. Nel periodo di riferimento l’Osservatorio ha segnalato 61 casi di avvocati a rischio, con un aumento di quasi il 60% rispetto al biennio precedente. Preoccupa la situazione nel continente asiatico, a causa soprattutto della delle vessazioni alle quali sono sottoposti gli avvocati iraniani. Un altro fronte caldo riguarda la Turchia, dove dal 6 al 10 novembre 2023, l’Oiad ha partecipato a una missione d’inchiesta per conoscere le condizioni in cui versano otto avvocati incarcerati.

«L'assemblea annuale – commenta il vicepresidente dell’Oiad, Francesco Caia - costituisce una straordinaria occasione di confronto tra tutti gli Ordini aderenti all'Osservatorio, quest’anno giunto al nono anno di attività. L'Oiad è ormai un punto di riferimento consolidato a livello internazionale per la sua capacità di documentare approfonditamente le violazioni dei diritti fondamentali. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di accendere i riflettori sulle vicende dei colleghi cui viene impedito il libero esercizio della professione nel rispetto dei principi dello Stato di diritto e del giusto processo e che subiscono intimidazioni, aggressioni, arresti e condanne arbitrarie. Molti pagano con la vita il loro attaccamento alla toga. Una triste realtà, purtroppo, in molti Stati autoritari».

L'avvocato Caia si sofferma sulle missioni di osservazioni alle quali partecipato i delegati dell’Oiad. «Le nostre attività in giro per il mondo – spiega – ci permettono di conoscere dove avvengono le violazioni più gravi, acquisendo informazioni attendibili e documentate. Il dato comune a tanti episodi che accadono in Paesi e contesti differenti è, spesso, quello della identificazione dell’avvocato con il cliente, soprattutto se quest'ultimo è un dissidente oppure un oppositore politico. Stessa sorte tocca agli avvocati che difendono i diritti di popolazioni indigene, vittime, ad esempio, di violenze e trasferimenti forzati per l’accaparramento di terreni. Accade nell’America Centrale e in Sud America, così come in Africa. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di colleghi costretti a lasciare i loro Paesi di origine che sono stati aiutati dall’Osservatorio, che dà assistenza legale gratuita nelle procedure di asilo e fornisce aiuto, anche materiale, per una prima accoglienza. Abbiamo una interlocuzione costante con i principali organismi internazionali che si occupano di diritti umani e con l’Onu, attraverso gli uffici dei relatori speciali, tra i quali quello per l’indipendenza di giudici e avvocati. In alcuni casi siamo intervenuti con ricorsi “amicus curiae” nelle procedure innanzi le Corti regionali per la protezione dei diritti dell’uomo, come la Corte interamericana dei diritti umani».

Sulle minacce sempre maggiori alle quali sono esposti gli avvocati si soffermano pure i copresidenti dell’Oiad, Vanessa Bousardo e Vincent Nioré. «Quest’anno – dicono - l’aumento delle richieste di aiuto d'emergenza da parte di avvocati in pericolo sottolinea l’impatto visibile delle nostre azioni. L’Osservatorio internazionale ha sostenuto avvocati in ogni angolo del mondo, dal Ruanda all'Iran, dalla Turchia alla Bielorussia, e ha lanciato una cinquantina di allarmi per mobilitare sia le autorità che la comunità internazionale a proteggere gli avvocati minacciati in Asia, Europa, Africa e America. La nostra partecipazione alla Giornata internazionale dell’avvocato in pericolo, quest’anno dedicata all'Iran, è stata un successo clamoroso. La mobilitazione senza precedenti degli Ordini degli avvocati in Italia, Regno Unito, Spagna, Francia e Stati Uniti ha contribuito ad aumentare la consapevolezza e l'impegno nei confronti dei valori sostenuti dal nostro Osservatorio in tutto il mondo».

L’Oiad è stato fondato nel 2016 su iniziativa del Consiglio nazionale forense, del Consiglio generale dell’avvocatura spagnola, del Consiglio nazionale forense francese e dell’Ordine degli avvocati di Parigi. Comprende attualmente 43 Ordini forensi.