La Madison Square Garden Entertainment (Msg), proprietaria di alcune delle più iconiche arene di New York come il Madison Square Garden, il Radio City Music Hall e il Beacon Theatre, è al centro di una crescente polemica per il suo controverso utilizzo del riconoscimento facciale. Questa tecnologia, solitamente associata a misure di sicurezza, viene impiegata da Msg per identificare e negare l’accesso a determinati avvocati, impegnati in contenziosi legali contro la società.
La decisione ha sollevato gravi preoccupazioni etiche e giuridiche, attirando l’attenzione del procuratore generale di New York, Letitia James, che ha inviato una lettera a Msg, sottolineando come impedire l’ingresso agli avvocati potrebbe costituire una forma di indebita ritorsione, e di potenziale dissuasione nei confronti di chi avesse in animo di avviare cause per molestia sessuale o discriminazione.
Msg applica questa politica nei confronti di circa 90 studi legali, il che, sulla carta, vuol dire negare l’accesso a migliaia di avvocati.
La vicenda è diventata di dominio pubblico quando Larry Hutcher, un abbonato di lunga data dei New York Knicks, la più importante squadra di basket della Grande Mela, si è visto negare l’accesso al Madison Square Garden dopo aver citato in giudizio Msg. Altri avvocati hanno riportato esperienze simili. Msg nega che la politica sia discriminatoria, e sostiene che si tratta di una misura per tutelare gli interessi aziendali. James Dolan, Ceo di Msg, ha difeso la decisione, affermando che l’azienda non è obbligata a ospitare persone coinvolte in conflitti legali nei confronti della società stessa.
Barbara Hart, avvocata dello studio Grant & Eisenhofer, è stata una delle prime vittime di questa politica. Mentre si trovava al Madison Square Garden per festeggiare il proprio anniversario di matrimonio, è stata avvicinata dalla sicurezza e accompagnata alla porta dopo essere stata identificata dal software di riconoscimento facciale. Il motivo? La sua affiliazione a uno studio legale coinvolto in una causa contro Msg. Hart ha descritto l’esperienza come «sconcertante» e ha espresso preoccupazione per l’uso intimidatorio della tecnologia, definendola un esempio di «potere senza alcun controllo».
Altro caso emblematico è quello di Kelly Conlon, avvocata dello studio Davis, Saperstein & Solomon, la quale è stata allontanata dal Radio City Music Hall mentre stava per assistere a uno spettacolo con sua figlia. Anche in questo caso, il riconoscimento facciale è stato utilizzato per identificare Conlon come avvocata di uno studio legale che aveva una causa in corso contro Msg, nonostante lei non fosse direttamente coinvolta nella controversia.
Questi episodi hanno suscitato l’indignazione di diversi esponenti politici, che hanno inviato una lettera a Msg, esprimendo preoccupazione e invitando la società a interrompere immediatamente l’uso della tecnologia per scopi diversi dalla sicurezza.
L’organizzazione Fight for the Future ha criticato Msg per l’uso del riconoscimento facciale, evidenziando i potenziali abusi legati a questa tecnologia. Evan Greer, direttrice dell’organizzazione, ha affermato che il caso Msg dimostra come questi strumenti possano essere utilizzati in modi preoccupanti, mettendo a rischio la privacy e i diritti civili.
La controversia è complicata dal fatto che Msg beneficia di numerosi incentivi pubblici, tra cui una detrazione fiscale statale di 43 milioni di dollari. I politici hanno avvertito che Msg potrebbe rischiare di perdere questi benefici, se continuerà a utilizzare il riconoscimento facciale per scopi non legati alla sicurezza. In risposta alle crescenti pressioni, Msg ha ribadito che il riconoscimento facciale è uno strumento essenziale per garantire la sicurezza nei propri locali, soprattutto considerando la posizione centrale di queste arene nel cuore di New York. Ma quest’ulteriore tentativo di difesa non è bastato a placare le critiche.