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L’emergenza coronavirus continua e la giustizia si attrezza per contrastarla. Nel rispetto di avvocati, magistrati e, soprattutto, cittadini. Il decreto legge anti-covid, varato mercoledì dal Consiglio dei ministri, ha accolto le istanze del mondo forense sui depositi telematici degli atti penali. È infatti previsto il cosiddetto “doppio binario”, vale a dire la possibilità di depositare una copia cartacea degli atti in caso di malfunzionamento del portale del processo penale telematico. Moltissimi gli inconvenienti tecnici denunciati di recente dai difensori, da Nord a Sud, terrorizzati da depositi non andati a buon fine con conseguenze negative sul prosieguo dei procedimenti. Ebbene, il decreto legge di due giorni fa ha plasmato una vera e propria giustizia d’emergenza. La novità, assieme al deposito sia informatico che analogico degli atti penali autorizzato dall’autorità giudiziaria, riguarda anche la rimessione in termini. Possibilità consentita, come si evince dalle note diffuse da Palazzo Chigi, per ragioni eccezionali in caso di «malfunzionamento certificato del portale del processo penale telematico» e fino alla riattivazione dei sistemi. Anche in questo caso via Arenula ha preso in considerazione i rilievi espressi dall’avvocatura a seguito di incontri tenuti dalla ministra Marta Cartabia con i vertici di Cnf, Ocf e Unione Camere penali. La questione della rimessione in termini si presta però ad alcune riflessioni e interpretazioni sulla locuzione «malfunzionamento del portale»: come verrà provato e chi lo accerterà? Una cosa è sicura. Il decreto del 31 marzo scorso copre un vuoto e dissolve alcune incertezze dei mesi passati, quando è partito il deposito telematico nel penale. Ora esiste la norma e viene garantita uniformità rispetto alle scorse settimane, quando, come ha potuto constatare il nostro giornale, alcuni uffici giudiziari hanno proceduto in ordine sparso per venire incontro ai penalisti che incappavano nei problemi di natura tecnica e che si trovavano così impossibilitati nel finalizzare i depositi telematici. Il provvedimento varato dal governo sulla giustizia ha inoltre riguardato la proroga al 31 luglio di alcune disposizioni «in materia di giustizia civile, penale, amministrativa, contabile e tributaria». Nel civile proseguono le udienze a trattazione scritta con la possibilità per gli avvocati di deposito informatico delle note autorizzate dal giudice. Il mancato invio telematico di queste note equivale ad assenza in udienza. Le aule dei tribunali quindi resteranno ancora semivuote. L’obiettivo è consentire all’amministrazione della giustizia di continuare a garantire il servizio ed evitare che i procedimenti si blocchino del tutto, con inevitabili dilatazioni dei tempi e mortificazioni per cittadini e imprese. Il Consiglio dei ministri è intervenuto, con il decreto legge, anche sul prossimo concorso in magistratura e sulle assunzioni. Consentita la prova scritta. Le modalità operative saranno stabilite con un ulteriore decreto — in questo caso del ministro della Giustizia — entro trenta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento anti-covid. Tra le novità annunciate, l’accesso dei candidati subordinato alla presentazione di un’autocertificazione con le condizioni previste dalla normativa per prevenire la diffusione del contagio da coronavirus. La prova scritta verterà sullo svolgimento di elaborati sintetici su due materie da individuare mediante sorteggio.L’efficienza della giustizia e la ripartenza dell’Italia passano attraverso il rafforzamento degli organici. Sono previste oltre quattromila assunzioni negli uffici giudiziari entro il prossimo settembre. La robusta manovra di reclutamento va nella direzione del Recovery plan della giustizia. Il nostro Paese punta ad essere attrattivo con tempi più certi e rapidi nella definizione dei giudizi. Obiettivi raggiungibili con più personale. Nello specifico verranno assunte 400 persone per andare a dirigere cancellerie e segreterie delle esecuzioni. È previsto altresì un bando con procedure semplificate per 150 funzionari, riservati ai distretti dell’Italia settentrionale (tra questi Milano, Torino e Venezia) che registrano i vuoti maggiori rispetto alla media nazionale. La ministra della Giustizia ha voluto infine dare un segnale importante sulle norme volte ad accelerare il piano nazionale di vaccinazione. «L’intervento giuridico sull’obbligo vaccinale — ha commentato Marta Cartabia dopo l’approvazione del decreto legge anti-covid da parte del Consiglio dei ministri — è in linea con l’obiettivo di accelerare il completamento del piano di vaccinazione, priorità su cui l’intero esecutivo è concentrato. E in questa direzione va anche la norma sulla responsabilità sanitaria da somministrazione del vaccino anti-covid».