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Il Coa di Torino ha voluto esporre i volti di Fulvio Croce e altri tre avvocati eroi alle fermate dei bus
Cosa deve rappresentare, oggi, essere avvocato? «Sfida, orgoglio, consapevolezza del rilievo sociale che la nostra professione riveste». A dirlo è Barbara Porta, consigliera dell’Ordine di Torino. È lei a descrivere un’idea forte, voluta e realizzata in modo esemplare dall’istituzione forense torinese: «Una campagna sugli Avvocati in pericolo, condotta attraverso l’esposizione di foto degli avvocati caduti o perseguitati per aver esercitato la professione. Abbiamo scelto un luogo consueto per chiunque: le fermate dell’autobus, in particolare quelle che costeggiano il nostro Palagiustizia. Abbiamo acquistato gli spazi delle cosiddette paline», spiega l’avvocato Porta, «dove di solito è inserita un’immagine pubblicitaria. Ecco, chi passa o aspetta un bus vede, da una settimana, la foto di Fulvio Croce o di Ebru Timtik. Poi le avvicenderemo con le immagini di Giorgio Ambrosoli e Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana perseguitata e incarcerata nel suo paese per aver tutelato i diritti delle donne». Due uomini e due donne, offerti come memento e accompagnati da una frase: “Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino per gli Avvocati in pericolo nel mondo: per non dimenticare”. L’istituzione forense torinese è socia dell’Oiad, l’Osservatorio internazionale per gli avvocati in pericolo. E il potente messaggio è dunque un’evocazione dal significato universale. Perché, come si spiega quest’iniziativa splendida e mai vista prima? «Con l’orgoglio», spiega appunto l’avvocato Porta, «con la volontà di rappresentare ai giovani avvocati, o a coloro che vorrebbero vestire la toga, chi ha posto le pietre miliari lungo la strada dell’avvocatura. Fulvio Croce, medaglia d’oro al valor civile post mortem, assassinato dalle Br per averne voluto assumere la difesa nel processo, è una figura che evoca significati difficili anche da descrivere: devozione, nobilissima ed eroica, alla funzione dell’avvocato, al diritto di difesa. Sappiamo che colleghi e Ordini di tutta Italia avvertono per la figura di Fulvio Croce un sentimento del genere, come pure avviene a Milano per Ambrosoli e per Serafino Famà a Palermo». E grazie al profondo valore storico che si riconosce a Croce, e all’emozione suscitata dal sacrificio di Ebru, è scoccata la scintilla di questa campagna. Il Consiglio dell’Ordine di Torino vi ha investito un impegno anche economico non trascurabile. Si tratta di un’iniziativa condotta, sì, in accordo con l’Azienda trasporti e la società concessionaria della pubblicità, ma che richiede i costi tipici di un campagna pubblicitaria. Le foto dei quattro avvocati saranno esposte per tre mesi, fin dopo la data del 24 gennaio, dedicata ogni anno agli Avvocati in pericolo nel mondo. Porta aveva discusso dell’idea nelle commissioni Diritti umani e Rapporti internazionali del Cnf, di cui fa parte come componente esterno, e anche con il consigliere nazionale espresso dal distretto di Torino, Mario Napoli, a propria volta tra i componenti dell’organismo. Quindi ha trasferito il progetto alla commissione Rapporti internazionali del Coa di Torino. La presidente del’Ordine Simona Grabbi ha voluto mobilitare energie e risorse per tradurre l’idea in realtà. È difficile spiegare un progetto come quello torinese se non appunto con l’alta funzione che la professione forense assume anche a costo della vita, o di conseguenze terribili come nel caso di Nasrin, in ogni parte del mondo. Solo l’evocazione dell’eroismo e dell’estremo sacrificio può restituire quell’idea ai giovani che pensano di diventare avvocato, e anche a chi lo è da tempo e ha il diritto di veder rappresentato il senso della propria scelta.