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San Silvestro ha portato via, come di consueto, il vecchio anno e, questa volta, ha lasciato increduli e addolorati tutti gli studiosi di diritto penal tributario, una materia di straordinaria rilevanza e anche di significativa complessità.
È scomparso, ad 87 anni, il professore Ivo Caraccioli che, senza timore di smentita, può considerarsi il padre della materia penal tributaria italiana. Dopo un breve periodo nel quale ebbe a svolgere le funzioni di magistrato, sul finire degli ani ‘60 e i primi anni ‘70 iniziò la sua straordinaria carriera accademica insegnando in varie facoltà italiane e arrivando poi all’importantissima cattedra, come Professore Ordinario, di Diritto Penale dell’Università di Torino. Contemporaneamente a tali attività ha esercitato la professione di avvocato penalista diventando, da subito, il più importante legale nel complesso mondo penal tributario.
È praticamente impossibile elencare la bibliografia del Professore: forse non sarebbero neppure sufficienti le pagine odierne de Il Dubbio per contenere l’elenco completo della suddetta. È invece molto facile affermare che chiunque voglia avvicinarsi alle fattispecie criminose di natura fiscale deve forzatamente studiare alcuni libri del Professore, dalla lettura dei quali, oggi come ieri, si traggono spunti di straordinario valore scientifico.
Chi scrive ha avuto l’onore e la fortuna di conoscere personalmente Ivo Caraccioli e di averne apprezzato non solo l’incontestabile valore del giurista, ma anche il lato umano.
Ciò è stato possibile partecipando a numerosi convegni organizzati dal Centro di Diritto Penale Tributario di Torino, del quale Ivo Caraccioli è stato il più valoroso esponente. Spesso e volentieri Ivo Caraccioli, insieme ad altri studiosi della scuola Penale Tributaria di Torino (Lorenzo Imperato, Mario Garavoglia, Andrea Perini, Giuseppe Galla), è venuto a Firenze a confrontarsi, con una vastità di argomentazioni in parte recuperabile con le risorse informatiche, con la Scuola Penal Tributaria fiorentina, anche questa caratterizzata da grandi studiosi, a partire dal mio maestro Alessandro Traversi e poi da Nino Davirro, Ubaldo Nannucci, Giovanni Flora e, più recentemente, da Fabio Di Vizio. Un amico carissimo di Torino mi ha detto la cosa più saggia e più bella che può dirsi in questo momento: il Professore se ne è andato in silenzio, ma il rumore, potente, delle sue intuizioni si sentirà ancora per tanti anni, tutte le volte in cui il Fisco e il Diritto Penale si incontreranno.
Grazie, Ivo.