L’Helicoide è il simbolo di un sogno tradito e di un Paese, il Venezuela, caduto in disgrazia. La mega struttura, situata nel centro di Caracas, concepita originariamente come centro commerciale negli anni Cinquanta del secolo scorso, è considerata un vero e proprio inferno sulla Terra. Dal 1984 è la sede dell’agenzia di intelligence venezuelana, il Sebin; il luogo in cui vengono rinchiusi e torturati gli oppositori e i dissidenti politici. Tra gli ospiti dell’Helicoide anche l’avvocato Perkins Rocha, consigliere giuridico della leader dell’opposizione, Maria Corina Machado.

Di Rocha si sono perse le tracce per quattro giorni. Ieri la svolta ( negativa). All’avvocato, da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, sono stati contestati reati molto gravi nel corso di una udienza farsa tenutasi proprio nel famigerato Helicoide. Rocha è stato incriminato per «tradimento della patria», «terrorismo», «associazione a delinquere», «cospirazione» e «incitazione all’odio». La lettura dei capi di imputazione, secondo quanto riferito dai media locali, è avvenuta alla presenza di un difensore d’ufficio. Come più volte denunciato dalle opposizioni, si conferma, dunque, la prassi con la quale agli indagati non è garantita la presenza di un difensore di fiducia ( si veda Il Dubbio del 20 agosto). Quanto accaduto a Perkins Rocha ricalca un copione già visto per altri oppositori politici, arrestati durante le proteste successive alla proclamazione di Nicolás Maduro alla carica di presidente del Venezuela. Le manette nei giorni scorsi sono scattate senza distinzioni d’età, anche per numerosi adolescenti.

La notizia dell’incriminazione di Rocha è stata data da sua moglie, Maria Constanza Cipriani ( è pure cittadina italiana), che è venuta a conoscenza dell’udienza con un sms ricevuto alle 3 del mattino di venerdì. Cipriani ha confermato che il marito si trova nel quartier generale del Sebin, l’Helicoide. «Ancora non ho avuto nessun tipo di contatto con Perkins – ha detto Cipriani -, non l’ho visto né ci siamo parlati. È isolato. Mio marito è in prigione per aver dissentito, per aver espresso la sua opinione e per aver lottato affinché la verità venisse a galla, per volere un Paese in cui possiamo viverci tutti».

Luis Almagro, segretario generale dell’Osa ( Organizzazione degli Stati Americani), ha espresso solidarietà nei confronti di Rocha e ha condannato l’arresto «illegale e arbitrario» dell’avvocato della leader dell'opposizione Maria Corina Machado, nonché portavoce della campagna elettorale del candidato della Piattaforma unitaria democratica, Edmundo Gonzalez Urrutia. «Chiediamo - ha affermato Almagro – che Rocha venga liberato immediatamente. La violenza e la persecuzione dell’opposizione in Venezuela sono inaccettabili e devono essere condannate da tutti».

Quello di Rocha è l’ultimo caso di una serie di fermi e sparizioni in Venezuela, dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio scorso che hanno ancora una volta incoronato alla guida del Paese sudamericano Nicolás Maduro. In un mese sono state arrestate più di 2.500 persone. In Venezuela, ormai, come ha dichiarato l’Onu, si vive in “un clima di paura”. Un noto avvocato di Caracas, che preferisce restare anonimo per evitare ritorsioni, esprime forti preoccupazioni per la situazione che stanno vivendo i legali impegnati nella difesa dei diritti umani. «In questo periodo – dice al Dubbio l’avvocato di Caracas – possiamo aspettarci di tutto. Non c’è mai fine alle cattive sorprese. Per esempio, è stato addirittura nominato Diosdado Cabello ministro della Giustizia. Una cosa incredibile. Stiamo parlando del principale assassino, rapitore e repressore del regime venezuelano. Temo, purtroppo, che le azioni violente nei confronti della popolazione proseguiranno. Anzi, saranno inasprite.

Tutte le libertà e la democrazia in Venezuela sono di fatto sospese. Stiamo assistendo all’esercizio del “terrorismo di Stato”, uno dei più terribili nel Sud America». Tomás Jorge Farini Duggan è un importante avvocato argentino che ha denunciato in più occasioni il “caso Venezuela”, chiedendo l’intervento degli organi di giustizia internazionale. Duggan è impegnato nel far luce sulle assurde accuse mosse nei confronti di un’altra avvocata venezuelana dell’opposizione, Maria Oropeza. «L'arresto di Rocha – commenta Farini Duggan, rintracciato dal Dubbio a Miami -, come le ultime sparizioni forzate di persone legate all’opposizione politica, attivisti della società civile e giornalisti, ha l’obiettivo di generare terrore nella popolazione civile, che reclama chiarezza in merito al risultato delle ultime elezioni, dove Nicolas Maduro è stato sconfitto. Questa posizione, tra l’altro, è stata espressa due giorni fa dall’Osa ( Organizzazione degli Stati Americani, ndr). Il regime in Venezuela usurpa il potere e compie atti di terrorismo di Stato.

Nei prossimi giorni presenterò una denuncia volta ad indagare sui crimini contro l’umanità commessi dallo Stato venezuelano, che ha fatto sparire il collega Perkins Rocha. Nicolas Maduro deve rispondere di questo e di tutti i crimini contro l’umanità che vengono ordinati ed eseguiti in Venezuela in suo nome».