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Equo compenso
Catania, prima sezione civile del Tribunale. In una giornata di «ordinaria follia» gli avvocati si ritrovano ammassati in un corridoio, tutti in attesa del proprio turno. Una foto emblematica di quanto accade in molti uffici giudiziari.
A denunciare l’ennesimo assembramento è Giuseppina Todisco, del coordinamento nazionale Usb Giustizia. «La cosa incredibile è che gli avvocati, anziché prendersela, con l'amministrazione, inveiscono contro i cancellieri, accusandoli di mettere in atto una strategia per lavorare da casa a Natale». La polemica, dunque, è tutt’altro che spenta. Per la sindacalista si tratta delle conseguenze «di una campagna d'odio», complice l’esasperazione di un periodo senza regole precise e limiti strutturali. Per il presidente dell’ordine degli avvocati di Catania, Rosario Pizzino, tale immagine rappresenta però una novità. «Ci sarà stato qualche imprevisto peril magistrato perché, in genere, la sezione è attenta alle fasce orarie. In ogni caso - spiega al Dubbio - si tratta dei locali più angusti che abbiamo». La situazione a Catania è, infatti, «accettabile» per il settore civile, anche grazie alle udienze cartolari, mentre nel penale «abbiamo rilevato criticità dovute alla oggettiva impossibilità del distanziamento nell’edificio di via Crispi».
Tuttavia, a seguito del pressing del Coa sui capi degli uffici, lunedì è stato emanato un provvedimento presidenziale che disciplina in modo rigoroso le udienze, suddivise per fasce orarie.