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DE LUCA: «IL DECRETO CALDEROLI VA RITIRATO»
Si annuncia ad alta tensione la riunione della Conferenza Stato Regioni che si svolgerà nella giornata di oggi. All’incontro prenderà parte il ministro agli Affari Regionali Roberto Calderoli che illustrerà il ddl sull’Autonomia differenziata. Le ultime modifiche introdotte al testo hanno sollevato numerosi dubbi ed una vera e propria levata di scudi da parte delle Regioni meridionali e anche del sindacato. A guidare la sommossa il presidente della Campania Vincenzo De Luca che lancia il suo appello per il ritiro immediato del ddl: «Credo che per come è articolato il disegno di legge la Campania debba chiedere il ritiro di questo provvedimento perché non ci sono margini per fare miglioramenti sostanziali».
De Luca non ha risparmiato critiche al Pd per l’atteggiamento «narcotizzato» assunto sulla questione dell’autonomia e ha concordato con gli altri governatori meridionali un’azione corale per evitare il peggio.
A far saltare il tappo è stata l’ultima modifica al ddl che disancora i finanziamenti statali dai Lep ( livelli essenziali di assistenza) che dovrebbero essere uniformi su tutto il territorio nazionale. Senza questo criterio, i fondi statali andrebbero distribuiti esclusivamente in base al criterio della spesa storica con un evidente favore nei confronti delle Regioni settentrionali. Eliminare i Lep e far passare alla competenza regionali settori come ambiente, sanità e scuola, nell’interpretazione anche dei rappresentanti sindacali, significherebbe andare a spaccare ulteriormente il Paese e creare disparità in settori nevralgici come quello dell’istruzione. La Flc- Cgil, per tutelare l’interesse degli insegnanti e della scuola in generale, ha già avviato una raccolta di firme per chiedere il ritiro del decreto.
Il ministro Calderoli, insomma, avrà il suo bel da fare per difendere il suo progetto autonomista che poi è spinto con grande vigore dai governatori leghisti del Nord, a partire dal presidente del Venete Luca Zaia, che vogliono risultati immediati per riscattare, almeno parzialmente, il flop elettorale del partito alle ultime elezioni dello scorso 25 settembre.