Milano, 19 set. (Adnkronos) - E' stata fissata per il 5 marzo 2024 la discussione in Cassazione, davanti ai giudici della sesta sezione penale, del ricorso presentato a fine giugno scorso dalla procura contro il verdetto di assoluzione di tutti gli imputati, tra cui l'ex premier Silvio Berlusconi, nel processo Ruby ter per corruzione in atti giudiziari. L'impugnazione che non riguarda Berlusconi - con la morte c’è l’estinzione del reato - tende a ribaltare la decisione assunta dalla corte, presieduta dal giudice Marco Tremolada, di considerare inutilizzabili le dichiarazioni delle testimoni nel dibattimento perché andavano già indagate, quindi accompagnate in aula da un avvocato. Sono cinque i motivi che la procura propone ai giudici della Suprema Corte per superare con un ricorso 'per saltum' lo scoglio dell’inutilizzabilità delle dichiarazioni che avevano annullato di fatto le prove. Il primo riguarda proprio la veste di pubblici ufficiali: le giovani donne erano diventate testimoni-pubblici ufficiali "da tempo ossia dal 23 novembre 2011 data dell’ordinanza di ammissione delle prove nel processo Ruby 1", ma il pm Luca Gaglio e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano sottolineano anche - nelle 53 pagine del ricorso - come "l'offerta di denaro a un dichiarante nel procedimento penale è sempre e comunque illecita". Con l'inutilizzabilità dei verbali era stati assolti, oltre alle ragazze delle cene di Arcore, anche Karima 'Ruby El Mahroug, l'ex fidanzato Luca Risso, l'ex avvocato Luca Giuliante, mentre la prescrizione aveva permesso l'assoluzione di altri imputati.
Ruby ter: il 5 marzo si discute in Cassazione il ricorso della procura di Milano
19 settembre, 2023 • 17:35